martedì 5 gennaio 2010

Antonio Rossetti e la sua Epifania



di Lino Spadaccini

L'Epifania (dal greco “manifestazione”) è una delle principali feste cristiane in quanto Gesù si manifesta come figlio di Dio ai tre Magi venuti dall’Oriente. Baldassarre, Melchiorre e Gaspare questi i nomi dei tre sapienti, che si erano messi in cammino guidati da una stella cometa. Con loro portarono tre doni: l’oro, perché era il dono che veniva riservato ai sovrani, l’incenso, in onore delle divinità e la mirra, che nell’antichità veniva utilizzata durante le cerimonie funebri.

Il poeta vastese Antonio Rossetti, che ormai abbiamo imparato a conoscere attraverso le sue poesie semplici e immediate, ha scritto una bella canzonetta pastorale (Archivio Storico, ms. 6/4/6 f.103) da cantarsi nella notte dell’Epifania di Gesù Bambino”.

Giunta è la sera dell’Epifania,

Questa è la prima Pasqua del Messia,

Quanto è vago, quanto è bello

Gesù Cristo Bambinello.

O cari amici,

Per lui saremo un giorno ciel felici;

Col labbro, e ‘l core

Vi diam la buona Pasqua del Signore

D’inverno a notte ci nacque in una grotta

Di Betlemme tutta aperta e rotta,

In fra un bue, e un asinello

Si riscalda, ah poverello!

Pel peccatore

Patir sì dure pene il Redentore!

Noi tutti ingrati

All’amor suo divin tuttor siam stati.

Apparve in questa notte dall’Oriente

Una stella del sol più rifulgente,

La seguir tre Eroi scettrati

Nel suo corso, e avventurati

In quel negletto

Presepe ove giacea Dio pargoletto

Giunti, donano,

Incenso, mirra, ed oro al Bambin caro.

Da quei tre Magi Ei fu pure adorato,

Dall’empio Erode fu perseguitato,

Con Giuseppe, e con Maria

Di lui Madre Vergin Pia

Fuggì in Egitto

Bisognoso di tutto e derelitto!

Nel nostro petto

Diamo a Gesù bambino deh! su ricetto

Noi qui torniamo

La buona pasqua a darvi, e cen’andiamo

Foto del presepio di Stella Maris

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