mercoledì 27 gennaio 2010

Campo di Istonio Marina: ecco gli "ospiti"

Ma chi erano questi “italiani pericolosi” internati a Vasto dal ‘40 al ‘43?

di NICOLA D’ADAMO


Gli "italiani pericolosi" del campo di concentramento alloggiavano in buona parte all'albero Ricci con la classica torretta (vedi foto, da Vastocard) di fronte all'attuale rotonda di Vasto Marina ed un'altra parte a Villa Marchesani a fianco a Stella Maris.


Don Luigi Anelli, direttore della Biblioteca Comunale, che quotidianamente riceveva la visita di alcuni internati, diceva che si trattava di “brave persone” ed a vedere le loro biografie forse aveva ragione.


MARIO BORSA. Direttore del Corriere della Sera nel 26 aprile 1945 quando nel primo numero annunciava a tutta pagina "Milano insorge contro i nazifascisti". Il C.N.L. aveva affidato la direzione del giornale a lui in virtù del "suo passato adamantino di giornalista schivo da ogni compromissione e di tenace assertore dei principi di libertà e di giustizia sociale, in omaggio ai quali, sotto il fascismo aveva sofferto due volte il carcere, due anni di ammonizione e in più il campo di concentramento...". Negli anni scorsi abbiamo riferito dei suoi incontri con Luigi Anelli alla Biblioteca Comunale di Vasto durante il suo internamento.


MARIO RAZZINI nasce 1890, nel 1918 con Alceste De Ambris fonda la UIL. Nel 1940 è arrestato ed inviato in campo di concentramento di Istonio. Partecipa nel secondo dopoguerra alla rinascita della UIL milanese.


GUIDO MAZZALI (1905-1960), giornalista e uomo politico, antifascista. Nel 1940 fu internato a Istonio (Chieti), tornando in libertà soltanto alla caduta del fascismo. Subito dopo la Liberazione gli fu affidata la direzione dell’edizione milanese dell’Avanti! Nel 1948 Mazzali fu eletto per la prima volta deputato, poi riconfermato, nella Circoscrizione Milano-Pavia. È stato, dal febbraio 1959 al marzo 1960, sottosegretario per la Stampa e le Informazioni nel secondo governo Segni.


ETTORE REINA (1871 – 1958) ricopre, durante la sua lunga attività, numerose cariche di stampo sindacale e politico. Nel 1919 viene eletto deputato nel Collegio di Milano nelle file del PSI. A seguito dell'avvento del fascismo è costretto all'attività clandestina e, rifiutando la proposta di Mussolini di assumere la direzione centrale dei sindacati fascisti, si impiega come correttore di bozze e rappresentante di una ditta di carbone. Nel 1940 viene internato a Istonio (Chieti), dove rimane per pochi mesi.


CARLO SILVESTRI. Nelle ultime settimane di vita della Repubblica di Salò quasi non si parlava d’altro. Il «ponte», il disperato tentativo di trovare una sponda dall’altra parte della barricata con cui avviare un impossibile dialogo. Questo tramite fu Carlo Silvestri. Ex giornalista del «Corriere della Sera», socialista, era stato tra i più duri accusatori del Duce al tempo del delitto Matteotti. Per questo fu perseguitato, picchiato, arrestato, spedito al confino e infine liberato su intercessione dello stesso Mussolini. Nel dicembre del ‘43 Silvestri chiede di rivedere il suo vecchio nemico.


CORRADO BONFANTINI nacque nel 1909, in una famiglia di antica vocazione socialista. Fin da adolescente, all'indomani del delitto Matteotti aderì alla lotta antifascista: nel 1925 si aggregò al Psu e nel 1927 al Pcd'I, dal quale fu espulso nel 1933. Nel 1928 fu deferito al Tribunale speciale e condannato per congiura contro il governo. Seguirono altri arresti e condanne a confini politici prima all'isola di Ponza, poi a Vasto ed infine alle Tremiti, da dove venne liberato, per disposizione ministeriale, nel 1943.


Dopo il 25 aprile, fu segretario della federazione torinese del Psiup, deputato alla Costituente e poi alla Camera, nelle prime due legislature. È morto nel 1989.


Proprio Bonfantini diventa il principale contatto di Silvestri per realizzare il «ponte».nell’imminenza del crollo finale, Mussolini decide di uscire allo scoperto. Convoca Silvestri alla Prefettura di Milano e gli affida una lettera da consegnare all’esecutivo del partito socialista. La lettera giunge sul tavolo di Pertini e Nenni. Il futuro presidente della Repubblica la straccia e, furibondo, urla a Silvestri di andare a riferire a Mussolini che coi fascisti non si tratta e che l’unica cosa da fare è rimettersi alla giustizia del popolo. Finisce così il «ponte» e finisce anche il fascismo.


EDMONDO CIONE, nell’ambiente universitario si era guadagnato il soprannome di o’ vaccariello, il vitellino che segue sempre la madre, per il suo vivere all’ombra del maestro Benedetto Croce. Fino al 1943 Edmondo Cione è un oscuro docente di filosofia napoletano, punito per il suo antifascismo con sei mesi di confino. Ma si trova a Milano dopo il 1943. Il Duce ha ormai compreso che la guerra è perduta e pensa che i contatti di Cione con gli antifascisti potranno essergli utili quando arriverà il momento della resa dei conti. O’ vaccariello ottiene dal Duce anche l’autorizzazione per fare uscire un quotidiano e per fondare un Centro Studi Sociali. Ma tutto durò poco. Il filosofo fa ancora in tempo a incontrare per l’ultima volta il Duce e a raccogliere una frase da consegnare alla storia: «Mussolini non esiste più. Se ora gli antifascisti mi fucilano, ebbene, ne è valsa la pena». Cione non segue il Duce nella carovana per Dongo e così salva la pelle. Nel dopoguerra si ricostruirà una carriera nella Democrazia Cristiana a Napoli.


GIUSEPPE SCALARINI (1873-1948). Dal 1911 al 1925 fu il celebre vignettista dell'Avanti! Per le sue caricature subì molte aggressioni da parte dei fascisti, una molto grave nel 1926 con frattura della mandibola e commozione cerebrale. Dimesso dopo un mese di degenza, fu arrestato e tradotto alle carceri di San Vittore a Milano. Seguì il confino. Nell'agosto del 1940 fu messo nel campo di concentramento di Istonio e poi a Bucchianico. Rimangono di Scalarini alcune migliaia di disegni. Una raccolta si trova anche al Cremlino, al museo della Rivoluzione. Di tanto in tanto si fanno in Italia mostre rievocative con le sue pungenti vignette.


Ezio Riboldi, delegato del PSI alla III Conferenza dell'IC. Farà parte dei "terzini" e aderirà nel '24 del PCd'I. Nel '23, fallita l'ipotesi di fusione tra i due partiti, venne radiato e poi espulso dal PSI, in quanto redattore di Pagine Rosse.


Onorato Damen. (1894-1979), rivoluzionario italiano, membro della Frazione astensionista del PSI, fu tra i fondatori del PCd'I, del Comitato di Intesa (frazione di sinistra all'interno del medesimo partito) ed infine del Partito Comunista Internazionalista. Importante figura della sinistra italiana con grande influenza sulle evoluzioni politiche italiane dall’inizio del ‘900 agli anni ’70.


GUIDO MOLINELLI (PCI), membro della Costituente, parlamentare dal 1948 al 1953 Sottosegretario con Delega per l'Industria e Commercio.


RAFFAELLO GIolli. Nato ad Alessandria nel 1889, morto a Gusen (Mauthausen) il 6 gennaio 1945, insegnante, storico e critico d’arte. Fondatore della prima rivista italiana d’arte contemporanea (1927, che divenne poi Poligono), fu negli anni Trenta del secolo scorso protagonista del rinnovamento culturale delle arti figurative italiane. Il professore subì, nel luglio del 1940, un primo arresto da parte della polizia, che incarcerò, per le sue idee antifasciste, anche il figlio diciannovenne Paolo. A settembre 1944, i militi della famigerata "Muti" entrarono nella sua casa ed arrestarono il professore. Deportato a Gusen in Germania, Raffaello Giolli non sopravvisse.


BRUNO MAFFI (1909 – 2003), dirigente del Partito Comunista Internazionale (Programma Comunista). E’ uno dei fondatori del Partito Comunista Internazionalista nel 1943. Al momento della scissione tra damenisti e bordighiani nel 1952 sceglie quest’ultimo raggruppamento. Da allora in poi è uno dei principali esponenti del Partito Comunista Internazionale che non abbandonerà neppure dopo la sua crisi devastante avvenuta a cavallo degli anni ’80. Traduttore in italiano di molte opere marxiste importanti come Il Capitale di Karl Marx, L’accumulazione del capitale di Rosa Luxemburg e Diario d’esilio di Lev Trotsky.


MAURO VENEGONI. Nel 1917, ad appena 15 anni, entra con il fratello nella gioventù socialista e nel '21 nel PcdI. Ripetutamente e ferocemente perseguitato dai fascisti, l'11 giugno 1940 (il giorno successivo all'entrata in guerra dell'Italia) è internato nel campo di Istonio Marina, dove è costretto a una vita di privazioni. A Istonio organizza subito un comitato clandestino di resistenza. Scoperto, è trasferito in punizione alle Tremiti. Viene liberato nel 1943. Nel 1944 è catturato casualmente dai fascisti, torturato e poi assassinato il 31 ottobre 1944.


CARLO MOLASCHI (1886-1953). Antifascista, viene mandato al confino a Istonio fino al 1942 quando la ditta per cui lavorava (Manifatture del Seveso) garantisce per lui. Dopo la Liberazione, è vicesindaco ed assessore alla pubblica istruzione fino al 1951.

LEONIN ( RODOLFO PELLICELLA), noto operaio antifascista condannato durante il fascismo. Allo scoppio della seconda guera mondiale era sotto le armi, ma siccome era un “antimilitarista

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