lunedì 24 maggio 2010

1931: Mons. Venturi diventa vescovo di Chieti-Vasto

Il 24 maggio del 1931 faceva il solenne ingresso nella nostra città mons. Giuseppe Venturi, Arcivescovo Metropolita di Chieti e Amministratore Perpetuo della Diocesi di Vasto.
Nato nel 1874 da un’agiata famiglia di agricoltori a Mezzane di Sotto nel veronese, Giuseppe Venturi entra nel Seminario di Verona a 13 anni e dopo il conseguimento della maturità classica si trasferisce a Roma dove si laurea in Sacra Teologia presso la pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote nel settembre del 1899, viene eletto nel 1926 vescovo di Cagli e Pergola, in provincia di Pesaro, e il 18 febbraio 1931 viene trasferito presso la sede arcivescovile di Chieti, quale successore di mons. Nicola Monterisi.
L’ingresso di mons. Venturi nella nostra città viene fissato per il giorno 24 maggio, domenica di Pentecoste. Per l’occasione il Capitolo della Cattedrale costituisce un Comitato per i festeggiamenti presieduto da mons. Filippo Bonacci, di comune accordo con il Podestà Pietro Suriani e delle principali associazioni cittadine.
“Cittadini! Vi comunico la lieta novella che il Pastore della nostra Diocesi S. E. Mons. Giuseppe Venturi, tanto atteso e desiderato dai nostri cuori, farà il suo ingresso nella nostra Città il 24 maggio prossimo, alle ore 17”, scrive il Podestà Pietro Suriani alla cittadinanza, “È un segno della Divina Provvidenza che tale gioia ci sia riservata –o Cittadini!- in un giorno fatidico per la Religione e per la Patria. 24 maggio dell’anno IX: per l’Italia anniversario dell’entrata in guerra, per la Chiesa giorno della Pentecoste; da una parte la rinascita del popolo italiano col Grigio – Verde e la Camicia Nera, dall’altra la festa commemorativa della Chiesa per la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli…”.
L’appuntamento è fissato alle ore 17 a Porta Nuova. Manifesti multicolori affissi sui muri inneggiano al nuovo Arcivescovo, dalle finestre e sui balconi sventolano le bandiere. Porta Nuova, dalla quale farà il suo ingresso mons. Venturi, “è pavesata con drappi e con festoni di alloro, che s’intrecciano a sostenere gli stemmi del Littorio e della Città del Vasto”.
Alle ore 17,15, dopo aver prima effettuato una breve sosta al Santuario dei Miracoli ed al Convento dell’Incoronata, mons. Venturi giunge a Porta Nuova, scende dalla sua automobile e sorridente benedice la folla festante. Dopo aver baciato l’immagine del Crocifisso, l’Arcivescovo saluta il Podestà, le autorità e una graziosa bambina gli offre un bouquet di garofani rossi e bianchi, i colori della città. Nella chiesa di S. Filomena l’ingresso di mons. Venturi viene salutato con il canto “Sacerdos et Pontifex”. Indossati i paramenti pontificali e posizionato sotto il Baldacchino, con le aste sorrette da otto uomini, la lunga processione muove verso la Cattedrale di S. Giuseppe.
Il corteo è interminabile e ben disposta secondo un preciso ordine stabilito dal Comitato (il documento è conservato presso l’Archivio Storico). Dietro al Labaro del Comune, seguono i balilla, gli avanguardisti, i marinaretti, i bambini delle elementari, della scuola di avviamento e dell’Istituto Commerciale, quindi i paggetti, i circoli cattolici, gli uomini cattolici, terziari, monaci, clero e componenti del Capitolo. Segue il Baldacchino con il Vescovo ed a seguire le autorità, il fascio, i mutilati, combattenti, Tiro a segno, sindacati, Società Operaia del Mutuo Soccorso, la Dante Alighieri, il Circolo S.Giuseppe, i Muratori, la Pro Vasto, gli ortolani, i pescivendoli, l’Unione Marinara e l’Unione Sportiva Vastese a chiudere.
Accolto dalla Schola Cantorum, mons. Venturi fa il suo ingresso in Cattedrale e successivamente si sposta verso il Monumento ai Caduti dove viene deposta una corona di alloro. In serata viene organizzato un sontuoso ricevimento presso la sede arcivescovile.
Il giorno successivo, ancora dei momenti importanti con la posa della prima pietra del secondo Palazzo Scolastico, le visite all’Ospedale, all’Istitituto Commerciale N. Paolucci ed al Museo Archeologico dove, interessato dalla ricca collezione archeologica e pittorica, s’intrattiene per circa due ore.
Due bellissime giornate per la nostra città, chiuso con un simpatico sipariettoriportato dal Vastese d’Oltre Oceano: “Uscendo dal Museo Archeologico, dopo la visita fattavi, all’imbocco della Via Adriatica, viene fermato da un vecchio pescatore che, gli bacia la mano, e tutto contento gli disse: - Anch’io, Eccellenza, mi chiamo Venturi. E l’Arcivescovo allora, con la sua solita parlata veneta, sorridendo rispose: - Ma questo xe proprio un paese benedetto da Dio; no ve manga nulla: ve ghe trovo perfin de parenti!”.

Lino Spadaccini

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