lunedì 14 febbraio 2011

Juan Del Prete ha donato a Vasto 92 dipinti e 15 sculture: una retrospettiva il prossimo anno per il 25° della morte?

Il 14 febbraio del 1987 moriva a Buonos Aires, all’età di novanta anni, il pittore vastese Giovanni (Juan) Del Prete.
Non vogliamo essere ripetitivi, però corre l’obbligo segnalare che l’anno prossimo cadrà il 25° dalla morte del grande pittore. Quale occasione migliore per mettere in mostra i 92 dipinti e le 15 sculture donate nel 1977, con la precisa clausola, scritta sull’atto notarile, “per essere ivi esposte e custodite unitamente alle opere di tanti illustri figli di Vasto”.
Emigrato in Argentina nel 1909, all’età di 12 anni, il giovane vastese lavora nella bottega del padre Vincenzo, ma comincia a maturare l’idea della pittura. Attratto da tutto ciò che lo circonda, i colori, i materiali e le forme, comincia a dilettarsi inizialmente nel paesaggismo, per poi approdare a stili sempre più complessi e strutturati.
La sua formazione è pressoché autodidatta. Ha trascorso solo un breve periodo di formazione all’Accademia Perugino, che gli ha permesso di frequentare alcuni giovani e promettenti artisti, che successivamente ritroverà durante un soggiorno a Parigi.
Nel 1922 Giovanni Del Prete apre uno studio a Vuelta del Rocha e comincia ad esporre i propri lavori in alcune mostre collettive. Tra questi, ricordiamo quella del 1928 presso la Asociación Amigos de Bellas Artes perché, grazie alla vendita di un quadro, ha potuto permettersi un viaggio a Parigi. Quattro anni intensi fatti di mostre, amicizie con giovani e promettenti artisti, tra i quali Enrico Prampolini, ma soprattutto la maturazione artistica attraverso l’esplorazione verso altri stili quali l’astrattismo ed il cubismo.

È questa sete di ricerca che conduce l’artista ad uno sperimentalismo in continua evoluzione”, scrive Gabriella Izzi Benedetti nel suo Artisti vastesi all’estero, “Per quanto concettuali le creazioni di Juan Del Prete non si sottraggono mai ad una tensione emotiva che diviene la radice del loro significato; partono da un impulso e posseggono, per questo, una forza d’impatto enorme per l’urgenza del messaggio che l’autore vuole imprimere, passionale talora, nostalgico e tenero talaltra. [...] Questo artista non è mai distaccato al punto da fare della sua creazione un momento di puro godimento estetico o di proposta ideale. C’è in lui un sommerso istintuale sempre in tentazione d’emergere; è un poeta prestato al concetto astratto, alla filosofia; una personalità pervasa da un lirismo esistenziale”.
Numerose le mostre personali e collettive che hanno visto la presenza delle opere del nostro artista: Roma, Genova, Venezia, Milano, Parigi, San Paolo del Brasile, e nel 1961 un’importante mostra antologica a Buenos Aires, con l’esposizione di 150 opere. Tanti anche i primi, i riconoscimenti e gli attestati ricevuti in giro per il mondo.
Il 7 settembre del 1985 le poste della Repubblica Argentina hanno emesso un francobollo commemorativo dedicato al pittore vastese ritraendo il suo quadro “Figura con Pajaro”.
Subito dopo la morte del Maestro, Vasto gli ha dedicato una retrospettiva esponendo alcune tele da lui donate. Nel 2007 altre tele sono state esposte insieme a quelle di altri pittori nella mostra antologica “Pittori vastesi del ‘900. Il valore della memoria”. Ma quello che manca è una vera e propria sala, con esposizione permanente, dedicata a Juan Del Prete. Come, allo stesso modo, dovrebbero essere allestite altre sale dedicate agli altri pittori vastesi, per formare un vero e proprio Museo d’arte contemporanea, interamente dedicato agli artisti vastesi vissuti nel ‘900. Artisti che con il cuore hanno donato le proprie opere alla Città per essere esposte al pubblico e non di certo rimanere dentro una cassaforte oppure arricchire le pareti degli uffici comunali.
Lino Spadaccini

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