venerdì 11 marzo 2011

150°: (3) Vasto, la prima città in Abruzzo ad insorgere


LA LIBERAZIONE DI VASTO
Vasto fu la prima città in Abruzzo ad insorgere ed a  ribellarsi al dispotismo borbonico inneggiando a Vittorio Emanuele ed a Giuseppe Garibaldi.
Silvio Ciccarone (senior)

Il fervore patriottico, per anni ci ha tramandato una versione  leggermente distorta di quanto realmente accaduto in quel settembre 1860. “Più insofferente, Silvio Ciccarone”, scrisse Raffaele De Cesare, “ruppe gl’indugi, e il 4 settembre, a capo della Guardia Nazionale, proclamò il governo provvisorio a Vasto, facendo abbattere gli stemmi borbonici, disarmando i gendarmi e concentrando in sé tutti i poteri”. Ma in realtà i fatti andarono in modo diverso, come si evince da una memoria scritte trentotto anni più tardi da Giuseppe Della Guardia, testimone diretto di quegli avvenimenti. Per meglio capire la situazione riproponiamo uno stralcio del brano trascritto da don Luigi Smargiassi e contenuto nel suo interessante libro “Il Vastese tra la crisi finale della monarchia borbonica e gli inizi dello Stato unitario” (Cannarsa, 2005): “Le cose della nostra città procedevano regolarmente”, scrisse Giuseppe Della Guardia, “allor che la sera del 4 settembre una turba di esaltatisi recava tumultuando sotto la casa del Giudice de Paschinis, paladino della reazione, e sotto quella del Vice-cancelliere Francesco Altea, cattivo arnese, spia venduta ad ogni corruttela, per chiamarli abbasso! Il Ciccarone era in Piazza, oggi L. V. Pudente, con lo scrivente ed altri ufficiali della Guardia nazionale e amici allor che fu avvertito del fatto. Corse immediatamente sul posto con quanti gli erano al fianco, e sciolse quella dimostrazione, che minacciava assumere proporzioni più gravi, capitanandola e deviandola al grido di viva l’Italia, viva Vittorio Emanuele, viva Garibaldi!”.
Stemma della Guardia Nazionale
Per fermare ogni forma di dimostrazione ostile, si pensò di proclamare la decadenza della dinastia borbonica dando vita ad un governo provvisorio. L’annuncio alla popolazione venne dato dal sindaco Filoteo d’Ippolito dai balconi della Sottintendenza, con un discorso che iniziava con queste parole: “Cittadini! La stirpe dei Capeti ha cessato di regnare”.
 Dunque”, commenta don Luigi Smargiassi, “non una rivoluzione organizzata e voluta direttamente ma la necessità di mantenere l’ordine pubblico aveva portato Vasto alla proclamazione del governo provvisorio ed all’invito rivolto alla popolazione da parte delle autorità cittadine, di mantenere la calma, affermando apertamente che il Borbone stava per cadere”.
Il 5 settembre tutta la città si ricoprì di bandiere tricolori, preparate da tempo dalle signore di Vasto. Con la situazione ormai sotto controllo, il Ciccarone pubblicò un manifesto nel quale si compiaceva per il comportamento tenuto dai cittadini e per la fermezza dimostrata dai militi della Guardia Nazionale.
 Ecco il testo:
CITTADINI! Il contegno da voi serbato ieri sera, acclamando alla Patria italiana, è stato ammirevole. Avete voluto dimostrare i vostri italianissimi sentimenti, senza smentire la reputazione, della quale godete, di popolo eminentemente civile, ed il Paese vi è grato di tanto slancio e di tanto senno. Nei momenti supremi, nei quali ci troviamo, l’energia e l’entusiasmo non debbono più essere perduti in inutili dimostrazioni; - Occorrono fatti e non parole, ed il momento di operare non è lontano. Attendete e sperate. Qualsiasi disordine, anziché giovare alla causa nazionale, le nuocerebbe, e coloro che lo fomentano sono da ritenere nemici dichiarati della Nazione, i cui destini riposano nel coraggio e nel senno del popolo.
MILITI DELLA GUARDIA NAZIONALE
Vi ringrazio della fermezza dimostrata ieri sera e della disciplina della quale avete dato prova stamane, rispondendo alacremente al mio appello.
Ora più che mai è necessario avere fiducia nei vostri capi. Raccoglietevi intorno ad essi, ascoltateli; saran degni della vostra fiducia. Gravi fati sono per maturare: essi ci troveranno pronti, e noi non smentiremo il patriottismo dei nostri avi. Raccoglietevi intorno ai vostri capi con abnegazione ed attività, ed avrete reso il più grande servizio alla Patria Italiana, ed acquisterete diritto alla sua gratitudine.  L’ITALIA DEVE FARSI, E SI FARA’     VIVA L’ITALIA!
Il manifesto originale, conservato presso la famiglia Ciccarone, porta la data del 5 settembre, ovvero tre giorni prima dell’ingresso di Giuseppe Garibaldi a Napoli.
Lino Spadaccini
F. Palizzi, Gruppo di Garibaldini

Nessun commento: