di NICOLA D’ADAMO
Nicola D'Adamo nei primi anni dell'Industriale con la classica cartella per il disegno tecnico |
Il 1° ottobre 1962, 50 anni fa, apriva a Vasto l’Istituto
Tecnico Industriale. Chi scrive quel giorno di 50 anni fa, alle 8, era lì in via Buonconsiglio davanti l’ingresso della Domus Pacis per iniziare il nuovo anno scolastico.
1962, INIZIA L’ERA INDUSTRIALE A VASTO. Il 1962 è stato un
anno molto importante per Vasto. Il 23 maggio viene costituita la SIV (Società Italiana Vetro,
oggi Pilkington), il 10 giugno nasce il Consorzio Industriale del Vastese, il 4
settembre c’è la posa della prima pietra del Centro Professionale dei
Salesiani, il 1° ottobre apre l’Istituto tecnico Industriale, il 20 novembre
viene stanziato un miliardo dalla Cassa del Mezzogiorno per completare il Porto
di Punta Penna. In quei mesi apre anche
il nuovo Ospedale Civile in via Ciccarone. Insomma programmazione e capacità di
realizzazione ad alto livello della classe politica del tempo con a capo il
sen. Giuseppe Spataro, uno dei fondatori della Democrazia Cristiana, più volte
ministro della Repubblica.
APRE L’ITIS, ALLA DOMUS PACIS. Il 1° ottobre 1962, puntualmente,
apre a Vasto l’Istituto Industriale, un
passaggio importante per l’avvio dell’industrializzazione della nostra zona. Le pre-iscrizioni all’Istituto erano state
raccolte nei mesi estivi in Comune
e fino all’ultimo momento non era certa
l’apertura del nuovo Istituto. Sono dopo aver ricevuto le adesioni di circa 140
allievi (se ricordo bene), 4 classi, le autorità scolastiche decisero a dare il via libera all’ITIS di Vasto, come
sezione staccata del Luigi Savoia di Chieti.
Inizialmente la scuola fu ospitata nei locali
appena realizzati da don Felice Piccirilli, a fianco alla Cattedrale, nota come
Domus Pacis. Si accedeva però non dall’ingresso principale - dove entravano i
bambini dell’asilo e delle elementari – ma da un tunnel a fianco che portava
dentro un cortile (l’attuale Largo del Fanciullo).
A fianco alla cattedrale all'epoca c'era ancora la Farmacia. Dietro il cortile dell'ITIS a cui si accedeva da via Buonconsiglio. |
I PRIMI STUDENTI. La popolazione studentesca era “tutta maschile”. Era anche molto variegata: c’erano
ragazzi in regola con gli anni di studio (classe 1948), altri che erano stati bocciati in altre scuole,
altri che riprendevano gli studi dopo qualche anno con la speranza di
guadagnare un diploma. Molti erano di
Vasto, molti altri dei paesi limitrofi, alcuni
dei quali stavano a pensione presso famiglie perché era difficoltoso viaggiare
dai loro paesi. Il bacino di provenienza dei ragazzi – specialmente negli anni
seguenti - andava da San Vito a Campomarino. Il nostro era l’unico Istituto
Industriale di questa ampia zona.
Il primo anno alla Domus Pacis la scuola era diretta da don
Antonio Moretta, nominato fiduciario dal preside di Chieti.
La classe docente era composta da qualche professore anziano e da giovani laureati. L’anno passò in fretta, molti promossi, parecchi rimandati, pochi bocciati. Si mantennero comunque 4 sezioni per la continuazione del biennio.
La classe docente era composta da qualche professore anziano e da giovani laureati. L’anno passò in fretta, molti promossi, parecchi rimandati, pochi bocciati. Si mantennero comunque 4 sezioni per la continuazione del biennio.
Un simpatico aneddoto di quell’anno è quello sulla divisione
dell’atomo: un malcapitato supplente alla domanda di un allievo impertinente
rispose che l’atomo si poteva dividere tagliandolo con un coltello mille volte
più sottile i un lametta!
L’ITIS A VASTO MARINA. L’anno successivo ci fu un nuovo boom
di iscrizioni. Ci si rese conto che
l’Istituto aveva bisogno di ampi spazi per aule e laboratori.
Allora la Provincia decise di
trasferire l’Istituto ad una grande struttura realizzata da Padre Alberto a
Vasto Marina (attuale Oasi dell’Anziano). La reggenza del'Istituto passò nelle mani di Vincenzo Russo, da noi chiamato "Cenzino".
Il trasporto da Vasto avveniva con strapieni pullman della ditta Tessitore.
Don Antonio Moretta e Cenzino Russo i primi due vice presidi della scuola |
Il trasporto da Vasto avveniva con strapieni pullman della ditta Tessitore.
Quell’anno cominciarono ad arrivare le attrezzature per i
laboratori e si cominciò a lavorare sul serio. “Lavorare” anche in senso fisico
perché nelle ore di aggiustaggio eravamo costretti a limare il ferro a mano per
realizzare incastri a “coda di rondine” o altri pezzi. Come ricordo, conservo ancora
a casa due piccoli martelli realizzati all’epoca!
APRE MECCANICA, LA PRIMA SPECIALIZZAZIONE.
Il terzo anno si pose un altro problema, quali specializzazioni aprire a Vasto.
Si optò per “Meccanica”. Ma le iniziali 4 classi iniziali si ridussero a due perché alcuni allievi volevano fare altro e si
trasferirono altrove. Ed alcuni altri erano stati bocciati. Queste due classi
di Meccanica andarono avanti fino al quinto anno e si all’esame di stato del
1967 con commissione esterna ed un solo membro interno. Tra luglio e settembre
i 54 allievi “fondatori” si diplomarono tutti!
DOPO APRE ANCHE “CHIMICA”. Due anni dopo Meccanica, nel
1966, aprì anche la specializzazione Chimica. L’Istituto cresceva ed aveva
bisogno di spazi, allora di decise di ubicare Chimica nei locali di Padre Valeriano dietro
l’Hotel Lido, proprio sul mare. Allestirono dei laboratori d’avanguardia che
dopo gli studenti non trovarono nemmeno all’università. Successivamente fu avviata Elettrotecnica
presso gli altri locali di Padre Alberto al centro di Vasto Marina. e poi tutto
il resto.
LO STUDIO ERA DURO. Nessuno di noi all’atto dell’iscrizione
poteva pensare che l’Industriale in sostanza fosse un Liceo Scientifico senza
il Latino (rimpiazzato però da materie scientifiche ugualmente difficili). Credeva
che fosse una scuola facile per un lavoro in fabbrica. Invece ci siamo trovati
di fronte a complicate materie come fisica, chimica, elettrotecnica, macchine,
matematica (funzioni derivate integrali) e tant’altro!
Abbiamo sofferto non
poco però alla fine ce l’abbiamo fatta. Delle prime due classi quinte, dicevo,
nessun bocciato!
1967, preparazione esame di stato (archivio Franco De Filippis) |
Ma in generale non eravamo dei “santi”. Nella maggior parte
dei casi, eravamo stati spediti a scuola dai nostri genitori perché non
volevano far fare a noi il loro stesso duro lavoro. Ma – diciamo la verità – in
generale la voglia di studiare non era proprio al massimo, le classi rumorose, i
ragazzi avanti negli anni, alcuni dei quali indisciplinati, anche se molto timorosi
dei professori.
MOMENTI DI RELAX. L’ora più gradita in quegli anni era
quella di ginnastica. Quasi sempre si andava sul mare a giocare a pallone organizzando infuocati tornei, anche in seno
alla stessa classe. La mia 5^ A aveva due squadre: la “Trapano” e la “Turbine”
(v. foto archivio Franco De Filippis). E si può immaginare le discussioni quando si rientrava in classe!
LE VISITE D'ISTRUZIONE. Poi c’erano le visite d’Istruzione. Alle fonderie Camplone a Pescara, alle Officine Arredaspazio, alla Fornace Petroro. Ed infine la mitica gita scolastica alla Ferrari e a Monaco di Baviera al Museo della scienza e della tecnica. Ci volle la pazienza dei nostri accompagnatori, in primis l’ing. Suriani, per tenere a bada 54 giovani “scalmanati” che uscivano la prima volta da casa!
CLASSE DOCENTE E COLLABORATORI. Non avendo documenti fra le mani, vado a memoria e chiedo scusa se non nomino qualcuno. L’Istituto nel primo anno alla Domus Pacis a Vasto città è stato retto da don Antonio Moretta. Il secondo anno a Vasto Marina e per qualche altro anno ancora è stato gestito da Cenzino Russo nominato vice preside dall’Itis di Chieti. Ottenuta l’autonomia il primo preside fu il Prof. Guazzotti. La classe docente del biennio comprendeva le prof.sse Pedace, Olivieri, Battista, Melle, Buongarzone, De Filippis (Chimica) e i prof. Ciccarone , Monteodorisio, Lattanzio, D’Aurizio, Angelucci, Di Fonzo e Fernando Fiore che negli anni successivi divenne preside e guidò la scuola per decenni. Nel triennio successivo la figura più popolare fu l’ing. Edoardo Suriani, appassionato di motori, all’epoca pilota di go-kart. Alcuni studenti lo seguivano anche nelle gare per dare una mano. Arrivarono poi anche le prof.sse Maiella (Pastorelli), Gina Tana, D’Addario, i prof. Mezzanotte, Quinzii, don Pignatelli, avv. Muzii, De Luca, Guerra Ayala, e altri ancora.
L’INTESTAZIONE A ENRICO MATTEI. Qualche anno dopo il nostro
diploma, noi primi diplomati dell’istituto fummo invitati alla cerimonia di
intestazione della scuola a Enrico Mattei, presidente dell’ENI scomparso nel
1962. Manager, originario delle Marche, che aveva studiato alla scuola tecnica
di Vasto (quando suo padre era maresciallo dei carabinieri a Casalbordino) ed
era stato determinante per la creazione della SIV. Alla commovente
cerimonia partecipò anche la vedova
dell’ex presidente dell’ENI. Ricordo che la folla era tantissima e la scuola
era piena di autorità.
La Turbine, una delle due squadre della 5^ A del 1967 (archivio F. De Filippis) |
La Trapano, l'altra squadra della 5^ A (archivio F. De Filippis) |
LE VISITE D'ISTRUZIONE. Poi c’erano le visite d’Istruzione. Alle fonderie Camplone a Pescara, alle Officine Arredaspazio, alla Fornace Petroro. Ed infine la mitica gita scolastica alla Ferrari e a Monaco di Baviera al Museo della scienza e della tecnica. Ci volle la pazienza dei nostri accompagnatori, in primis l’ing. Suriani, per tenere a bada 54 giovani “scalmanati” che uscivano la prima volta da casa!
1967, Mitica gita scolastica a Monaco di Baviera (archivio F. De Filippis) |
CLASSE DOCENTE E COLLABORATORI. Non avendo documenti fra le mani, vado a memoria e chiedo scusa se non nomino qualcuno. L’Istituto nel primo anno alla Domus Pacis a Vasto città è stato retto da don Antonio Moretta. Il secondo anno a Vasto Marina e per qualche altro anno ancora è stato gestito da Cenzino Russo nominato vice preside dall’Itis di Chieti. Ottenuta l’autonomia il primo preside fu il Prof. Guazzotti. La classe docente del biennio comprendeva le prof.sse Pedace, Olivieri, Battista, Melle, Buongarzone, De Filippis (Chimica) e i prof. Ciccarone , Monteodorisio, Lattanzio, D’Aurizio, Angelucci, Di Fonzo e Fernando Fiore che negli anni successivi divenne preside e guidò la scuola per decenni. Nel triennio successivo la figura più popolare fu l’ing. Edoardo Suriani, appassionato di motori, all’epoca pilota di go-kart. Alcuni studenti lo seguivano anche nelle gare per dare una mano. Arrivarono poi anche le prof.sse Maiella (Pastorelli), Gina Tana, D’Addario, i prof. Mezzanotte, Quinzii, don Pignatelli, avv. Muzii, De Luca, Guerra Ayala, e altri ancora.
La segreteria era retta dalla gentile Maria Luisa Cianci. I primi bidelli erano Francesco Paolo Di Foglio, Nicolino Malatesta, Gabriele Santarelli, Liberatore De Filippis, Michele Grassi e altri ancora.
I Primi docenti (Archivio fam. Russo) |
(Archivio fam. Russo) |
NOI ALLIEVI “FONDATORI”. Uno dei gruppi più affiatati
dell’Industriale è quello dei 54 primi diplomati (sez. A e B) del 1967.
Anche
se dopo il diploma ognuno ha preso la sua strada - chi al lavoro, chi
all’università (specialmente ad ingegneria, ma anche ad altre facoltà, io addirittura a
Lingue!) - il gruppo è rimasto sempre in contatto, anche grazie ai
numerosi meeting che di tanto in tanto io e Lucio Ritucci organizziamo, invitando anche i professori
di allora. Ed ogni volta è festa, ogni volta si aggiungono nuovi particolari ai
nostri racconti dei cinque anni passati sui banchi dell’Industriale, iniziati
il 1° ottobre 1962, 50 anni fa, sui banchi della Domus Pacis a San Giuseppe a
Vasto!
Meeting 2009 allievi fondatori dell'ITIS. |
NICOLA D’ADAMO
DOMANI CONTINUA CON ALTRI RICORDI E GALLERIE FOTOGRAFICHE
chi vuole, può inviare materiale da pubblicare a nicoladadamo@tin.it
2 commenti:
Affettuosi auguri a tutti gli ex allievi del "Mattei" e soprattutto ai pionieri che hanno "aperto" quel corso di studi.
Ho insegnato all'ITIS per 9 anni, dall' a.s. 1971\72 al 1980\81, nella vecchia sede di Vasto Marina, oggi "Oasi dell'Anziano", sicuramente non adatta per un grande Istituto, quale già era diventato, con aule strette ed anguste, il riscaldamento ancora con le stufe a karosene, senza palestra...ma degli alunni ho un ricordo splendido, soprattutto dei tantissimi pendolari ed in particolare degli studenti-lavoratori, già dipendenti SIV, che grazie ad un accordo aziendale lavoravano su un turno fisso h 14\22 e la mattina puntuali erano in aula. Si diplomarono tutti, ed alcuni sono diventati avvocati, ingegneri, architetti. Poi, nei primi anni ottanta, il trasferimento alla grande e funzionale sede di Via S. Rocco, altre specializzazioni, corsi di Liceo Tecnologico, oggi "Scienze Applicate", e crescita enorme delle iscrizioni. Grazie al Direttore di "NoiVastesi" per la memoria, a tratti piena di nostalgia, che ha voluto dedicare al cinquantesimo del grande Istituto "E:Mattei".
Faccio parte di quella prima pattuglia di studenti; in attesa della decisione delle autorità scolastiche, mi ero iscritto al Geometra.
Ci sono mille e più episodi che si potrebbero raccontare, ma ce n'è uno legato proprio alla prima sede a San Giuseppe, come ricordato dal nostro Direttore.
Oltre alle aule dell'ITIS in quell'edificio c'era anche una scuola di taglio per ragazze.
Attraverso finestre ad angolo, durante le lezioni mattutine i nostri sguardi si incrociavano spesso, tra la disperazione degli insegnanti.
Sguardi e gesti innocenti, che sia chiaro; all'epoca eravamo tutti timidi e rispettosi.
Un pomeriggio, io ed altri due (uno è ancora vivente e leggendo forse si ritroverà), ritornammo nelle aule deserte per tessere qualche piccola tresca con le ragazze che cucivano.
Sentimmo dei rumori e ci precipitammo giù per le scale.
Al piano terra ci bloccò proprio don Felice, che ricorderete era di fisico possente e voce profonda.
Praticamente andammo ad infrangerci contro di lui, fermo e rigido alla base della gradinata, con pugni ai fianchi.
"Che state facendo?" ci chiese burbero.
Uno di noi, che non nomino, con respiro affannoso per la corsa precipitosa rispose per tutti "...mi sò scurdète nu lìbbre ... e siamo andati a riprenderlo...".
Avete presente i film con Bud Spencer? Don Felice gli mollò una patacca che lo fece girare su se stesso..."Prima di tutto non mi rifiatare 'mbàcce...mo' di nuovo...che state facendo qui a quest'ora?".
Lo stesso di prima, appena ripresosi rispose di nuovo "don Felì mi sono scordat..."; giù un'altra patacca come quella di prima.
"Allora? Si pò sapè che state combinando?".
Dopo due patacche ormai avevamo capito che don Felice non voleva bugie e così ... risposi io per tutti e aspettai la mia patacca..." don Felice ci volevamo confessare, perciò siamo qui".
"Ah si? Allora aspettate qui che mò vengo".
Aspettammo più di mezz'ora, senza nemmeno pensare ad andare via, e alla fine ci confessò.
Nella penitenza c'era anche l'impegno a non disturbare più le ragazze che cucivano.
Pensate sia possibile una storia del genere oggigiorno?
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