Gruppo parrocchia San Paolo Ap. 1989 |
“Carnevale morto”, con questo titolo
oltre cento anni fa un giornalista anonimo sintetizzava sulle pagine dell’Istonio la fine di una tradizione ormai
spenta. E sottolineava: “I vecchi
lamentano che lo splendore dei rumori dei rumorosi Carnevali d’un tempo sia
spento… I comitati che sorgono qua e là nelle numerose città d’Italia per ridar
vita a questa moribonda costumanza italiana, fanno tentativi più o meno coronati
da sterili successi… È vano, dunque, andare a ritroso dei tempi; è vano gridare
contro la decadenza di un’usanza non più conforme all’indole nostra e ai nostri
tempi: il Carnevale è moribondo; ma non passeranno molti anni, e gli canteranno
il funerale che lo rilegherà definitivamente nel cumulo delle memorie più o
meno liete del passato…”. Fortunatamente questa analisi piuttosto negativa
non si è avverata, anzi, questa festa ha avuto nel corso degli anni un notevole
slancio diventando un punto di riferimento importante per molte città italiane
come Viareggio, Cento, Ivrea, Putignano, Venezia e perché no, anche per la
vicina Francavilla al Mare, che vanta ben 58 edizioni.
Non
a Vasto, purtroppo! Da alcuni anni la tradizionale sfilata dei carri allegorici
non viene più organizzata, senza che
sia mai stata data una vera motivazione: a
volte si è parlato di problemi di sicurezza, a volte di motivi economici. Negli
ultimi sette anni di Amministrazione Lapenna, la sfilata è stata organizzata
soltanto una volta nel 2008, riuscendo a far dimenticare ai vastesi, e
soprattutto ai bambini, il divertimento, la bellezza e i colori dei carri
allegorici, che hanno sempre richiamato per le strade migliaia di persone.
A
questo punto, con la memoria dobbiamo tornare indietro nel tempo e ricordare,
il “Carnevale morto”, “lu Bballe mîte”, “la Cavallerejje”, ovvero la
tradizionale mascherata a cavallo dei vetturali vastesi, in ricordo delle
incursioni turchesche sulle nostre coste, ed ancora le indimenticabili sfilate
organizzate da don Felice Piccirilli alla fine degli anni
’50.
Per fortuna ci sono delle tradizioni che proseguono
con sempre maggiore successo, come “La Štorie” di Fernando D’Annunzio: un
appuntamento molto atteso, che propone una sintesi dei principali avvenimenti dell’anno
appena trascorso, partendo da quelli a livello mondiale e nazionale, fino a
giungere a quelli propriamente locali, attingendo soprattutto dalla classe
politica, che non manca mai di fornire spunti interessanti.
Ancora
oggi il Carnevale rappresenta sicuramente un’occasione di divertimento che si
esprime attraverso il travestimento, le feste in maschera, il ricordo delle
tradizioni antiche ed anche in cucina attraverso le prelibatezze culinarie che
ci hanno tramandato i nostri nonni.
E
allora immergiamoci nel clima carnascialesco con una bella poesia scritta nel
2011, dall’amico Fernando D’Annunzio,
dal titolo Lu Carnivàle di li Uaštarùle:
Lu Carnivàle di li Uaštarùle
è pranze, cene e ddugge prilibbàte,
sopr’a la tàvele li gravijùle
e nu taralle di ciciricchiàte.
Di tanda cosa bbille c’é rimašte
la bbona usanze di lu magnatòrie.
E di li tradiziune di Lu Uašte,
šta risištènne, fin’ a mmo, “La Štorie”.
Scumparse “Bballe mute” e “Cucciulùne”,
si vešte’ da “misùre” li bbardèsce,
s’abballe solamènde a li vijjùne,
li carre mascheràte cchiù n’aèsce.
Com’ à cagnàte e šta cagnànne angòre
lu sane gušte di divirtimènde.
Cchiù jam’ annènde e sempre cchiù si mòre
la ggioie di šta ‘mmežž’ all’addra ggènde.
Immagini di Carnevale a Vasto di vari anni
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