sabato 7 dicembre 2013

Arte: NICOLA GALANTE E "I SEI DI TORINO"


Centotrenta anni fa, il 7 dicembre del 1883, da Luigi e Rosa Raiani, nasceva a Vasto Nicola Galante, incisore e pittore di grande fama, esponente del gruppo di artisti  chiamato “I Sei di Torino”.
Il pittore e scenografo Enrico Prampolini, negli anni ’20, a proposito dell’artista vastese si esprimeva in questi termini: “Nicola Galante è un rude animatore di paesaggi silenti, fatti da lui viventi e plasticamente lirici nel legno, suo elemento di genesi e di trasfusione spirituale”, e aggiungeva, Egli è indubbiamente il più forte xilografo d’Italia”. Questo è solo una delle tante testimonianze di apprezzamento e stima rilasciate da artisti e critici verso quell’umile ebanista, xilografo e pittore, nato in un piccolo paese in riva all’Adriatico.
Nicola Galante intraprende gli studi inizialmente a Vasto e quindi a Chieti, nella R. Scuola di arti e mestieri “Luigi Savoia”, dove si perfeziona in ebanisteria e intaglio. Successivamente torna nella città natale dove frequenta un corso serale di disegno applicato, sotto la direzione del prof. Bersia e dell’ingegnere Luigi Pietrocola. In occasione di una mostra collettiva degli allievi del corso,
il settimanale Istonio, a proposito del Galante, scrive: “Veramente pregevoli sono le tavole e le plastiche presentate dall’alunno Nicola Galante di Luigi. Speciale lode va data al disegno a penna di un bellissimo bancone in legno intagliato, stile del ‘500, di cui la parte ornamentale è stata riprodotta in grande, prima in disegno e poi un una bella plastica”. Grazie alla sua maestria ed alla perfetta conoscenza della tecnica e della materia, Galante è capace di progettare e disegnare, anche nei minimi particolari, qualsiasi tipo di mobile, con forme sempre nuove e dalle pregevoli linee artistiche.
Nel 1907 si trasferisce a Torino, come lui stesso ammette “principalmente per perfezionarmi nella mia professione, piuttosto che in cerca di lavoro, poiché a Vasto io e mio padre avevamo una buona bottega artigiana”. Dotato di grandi capacità tecniche, non ha difficoltà a trovare subito lavoro presso il mobilificio Giuseppe Celestino di Torino. Nella città piemontese, nonostante la lontananza, Galante mantiene i contatti con la propria città, inviando periodicamente interessanti articoli, pubblicati sull’Istonio, come ad esempio “Mobili ed utensili rustici dell’Abruzzo chietino”, scritto nel gennaio del 1909, dove descrive, con passione ed anche un pizzico di nostalgia, gli oggetti rustici e arredi tipici della migliore tradizione dell’Abruzzo chietino; “Mobili moderni”, scritto in occasione di una visita allo stabilimento Carluzzi e Capaccini di Pescara, ed ancora un lungo saggio sull’arte rustica. Di particolare rilevanza anche i diversi articoli scritti in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino del 1911, successivamente raccolti e pubblicati in un piccolo opuscolo dall’editore Luigi Anelli.
Con l’arte nel sangue, tanta passione e voglia di riuscire, Nicola Galante diventa uno dei maggiori xilografi del tempo. Nel 1910 inizia a collaborare con la rivista torinese di arti decorative “L’Artista moderno”, diretto da R. Carlucci, dove pubblica articoli e progetti di arredi. In questi anni conosce il disegnatore e critico tedesco Curt Seidel. Tra i due nasce una buona amicizia tanto che Seidel chiede al Galante di illustrare il suo libro “Torino mia. Impressioni di uno straniero” (1912). Le dodici xilografie realizzate per l’occasione rappresentano per la cultura del tempo un linguaggio visivo nuovo e innovativo.
Profondamente scosso dal suicidio di Seidel, Galante dal 1915 inizia un rapporto epistolare e collaborativo con Ardengo Soffici (nel solo archivio Soffici sono conservate 75 lettere e 22 cartoline postali), tramutata anche in collaborazione artistica con la pubblicazione di alcune xilografie apparse sulla rivista letteraria fiorentina Lacerba, fondata nel 1913 proprio dal Soffici e da Giovanni Papini. 
Nel 1914 partecipa alla rassegna Internazionale di Incisioni di Stoccolma, promossa dalla rivista L’Eroica, e l’anno successivo alla terza mostra della Secessione Italiana di Roma. Sempre nel 1914 vengono pubblicate due xilografie, una Natura morta e Il falegname, su “La Rivista d’oggi”, diretta dall’avvocato vastese Roberto Roberti, stampata a Vasto dall’Editore Guzzetti.
Dopo la parentesi del primo conflitto mondiale, Galante torna a Torino nel 1919, dove continua ad incidere sul legno. La prima personale è del 1920 al Chelsea Art Club di Londra, con la presentazione in catalogo di C. Bell. Altre xilografie vengono pubblicate su Primo Tempo (1922) e sul Selvaggio (dal 1926 al 1933). Dal 1912 al 1954, data dell’ultima xilografia, Galante inciderà ben 72 legni.
Dal 1922 Galante comincia a dipingere seguendo il proprio istinto, prediligendo le nature morte e i paesaggi. Il battesimo espositivo come pittore avviene alla Quadriennale della Promotrice torinese del 1923, dove espone acconto a De Chirico, Carrà, Tosi e Casorati. Seguiranno anni di intensa attività con tante mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, con consensi crescenti di pubblico e critica.
Nel 1929 Nicola Galante entra a far parte del gruppo de “I Sei di Torino”, insieme a Jessie Boswell, Gigi Chessa, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci. Il critico e scrittore Mario Soldati, in occasione della prima mostra dei “Sei”, scrive: “Galante-artigiano è una falsa carta di identità- Galante è invece molto fine, molto signorile. Egli fa delle cose piccole… perché sa che è più di buon gusto, e ci sono maggiori probabilità di riuscita, a limitare la propria ispirazione e ad approfondirla”.
Qualche anno più tardi, nel 1937, il grande pittore e critico Carlo Carrà, scriverà su L’Ambrosiano: “Conosco Nicola Galante da vent’anni e posso dire che sempre egli è stato un raro esempio di rettitudine artistica. La sua arte non ammette lenocini di sorta. Il suo realismo è di quello di buona lega. Nessuna vanità e nessun interesse materialistico ha mai spinto il nostro artista a sgarrare della sua linea. Serve la sua passione e nulla chiede. È questo il solo modo per arrivare all’arte che dura”.
Nicola Galante è uno dei pochi pittori del Novecento che ha portato il nome di Vasto in giro per il mondo e per questo non bisogna dimenticarlo, così come lui non ha mai dimenticato la sua terra natìa impressa nelle tante tele dipinte, dove ritroviamo i suggestivi paesaggi e gli scorci della campagna vastese e i colori della nostra Marina.
Nel 1970, in occasione del XII Premio Vasto, è stato reso omaggio al Maestro vastese attraverso una retrospettiva con la presentazione di una cinquantina di opere, in gran parte oli, dai primi anni ’20 fino agli ultimi quadri realizzati nel 1969 poco prima di morire.
Nicola Galante si è spento all’età di 86 anni, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 1969, nella sua abitazione di Corso Agnelli a Torino, circondato dall’affetto della moglie, Corinna, e dei figli Valeria, Walter e Ottavio.

Lino Spadaccini


























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