martedì 3 marzo 2015

Personaggi: Carlo Maria Pietrocola, garibaldino vastese

Giorgio Pietrocola, nostro affezionato lettore residente a Roma, e soprattutto attento studioso della famiglia "Pietrocola", ci ha inviato un'interessante nota, che con piacere pubblichiamo, su Carlo Maria Pietrocola, un personaggio  poco conosciuto, il cui nome è scolpito sul marmo posto su una delle pareti esterne del Municipio di Vasto, insieme agli altri garibaldini partiti volontari per
combattere al seguito del generale Giuseppe Garibaldi.
Carlo Maria, così come il fratello Achille, esercitò la professione di flebonista, un'attività sicuramente curiosa scomparsa nel tempo, che ci spiegherà meglio Giorgio Pietrocola nella sua nota. A conferma possiamo dire che i loro nomi, insieme ad altri sette vastesi, sono presenti nell'Elenco degli Esercenti l'arte salutare in Vasto, redatto nel 1866
(Lino Spadaccini).

Ecco la nota di Giorgio Pietrocola

Lapide sul muro dei comune: i garibaldini Vastesi
Sappiamo che il giovane vastese Carlo Maria Pietrocola partì volontario con i garibaldini come ci ricorda la targa posta al centro di Vasto.
Carlo Maria, aveva venti anni quando fu proclamata l’unità d’Italia. Era infatti nato a Vasto nel 1841 da Cesare Pietrocola e da Maria Francesca Rossetti. Carlo, il nonno paterno, padre di Cesare, fu il più giovane dei numerosi fratelli di Maria Francesca Pietrocola che quindi era zia ma, per altra via, anche bisnonna del nostro garibaldino. Quest’ultima infatti non fu madre solo del celebre Gabriele Rossetti, ma anche del meno conosciuto Antonio, talentuoso poeta popolare e barbiere, che, a differenza dei fratelli, rimase a Vasto per tutto l’arco della vita. Antonio ebbe una figlia a cui diede il nome della madre e che poi sposò Cesare.

La vita di Carlo Maria durò sessanta anni, a quarantatré si sposò con Filippina Di Guglielmo da cui ebbe quattro figli, Achille, Maria Francesca, Beniamino e Luisa. Da quanto risulta esercitò la professione di flebotomo. Ai tempi il flebotomo era un barbiere, e fin qui probabilmente aveva seguito le orme di nonno Antonio. Un barbiere però che, garantendo un minimo di norme igieniche, aveva la licenza per fare salassi mediante le tradizionali sanguisughe. Per questa funzione le botteghe autorizzate esponevano un cilindro a strisce rosse simbolo del sangue estratto. Fu quindi uno degli ultimi ad esercitare un mestiere tradizionale che all’alba del ventesimo secolo, quando Carlo Maria morì, era già scomparso.

Giorgio Pietrocola


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