Il Sabato Santo, giorno di lutto e di silenzio, nella
mattinata si rinnova la suggestiva processione della Madonna Addolorata, statua
lignea di rara bellezza, opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo. Dalla
chiesa di S. Francesco di Paola in Piazza Rossetti, muoverà la processione per
le strade del centro storico, con la partecipazione delle confraternite, i
segni della passione e le donne vestite in abito nero in segno di lutto.
Il Sabato Santo non viene celebrata nessuna liturgia. Le
chiese rimangono spoglie fino alla solenne Veglia pasquale di questa sera,
quando si scioglieranno le campane per festeggiare il Cristo risorto.
Definita la "Madre di tutte le veglie", quella
pasquale, la più importante dell’anno liturgico, inizia con la suggestiva
"Liturgia della luce". Fuori dalla chiesa viene acceso il fuoco, che
servirà per accendere il Cero pasquale, simboli questi di Gesù risorto che
illumina il mondo vincendo l’oscurità della morte e del peccato. Il sacerdote,
prenderà il cero pasquale e, tenendolo elevato, canterà per tre volte
"Cristo luce del mondo". I fedeli in coro risponderanno "venite
adoriamo". Nella chiesa buia, alcuni ministranti, dal cero accenderanno la
loro candela e diffonderanno la fiamma a tutti gli altri fedeli presenti in
chiesa.
Al termine della liturgia della parola, il sacerdote
intonerà il canto del Gloria, mentre verranno suonate le campane a distesa per
festeggiare la Resurrezione di Cristo. Dopo la proclamazione del Vangelo e
l’omelia, seguirà la benedizione dell’acqua e il rinnovo delle promesse
battesimali.
L'introduzione dell'attuale liturgia, celebrata nella notte
tra il sabato e la domenica, risale agl'inizi degli anni '50, mentre, in
precedenza, le campane venivano sciolte a mezzogiorno del sabato. La novità o
"esperimento", come venne definito all'epoca, non venne accolto molto
positivamente dai fedeli vastesi, così come sottolineato sulle colonne dell'Histonium. "Anche quest'anno", si legge nell'aprile del 1955 sul periodico
diretto da Espedito Ferrara, "terzo,
ed ultimo speriamo, dell'esperimento, la funzione della resurrezione è stata
celebrata nella notte tra il sabato santo e la domenica di Pasqua a S. Maria
Maggiore come nelle altre chiese di Vasto. Al Gloria il Salvatore è balzato tra
l'irrompere della luce, avvolto in una nube d'incenso impugnando il bianco
vessillo della pace". L'articolista sottolinea il momento solenne, che
ancora oggi viene vissuto nell'antica chiesa vastese, quando al canto del
Gloria, mentre suonano le campane a distesa, da dietro l'altare maggiore, si
vede spuntare il Cristo Risorto, innalzato da un
marchingegno appositamente costruito a tale scopo. E prosegue: "Noi, che ricordiamo la folla degli anni
passati e viviamo in mezzo al popolo ascoltando tutti dobbiamo dire che
l'esperimento della funzione notturna a Pasqua non è affatto riuscito. Non si
possono intaccare le radici d'una tradizione secolare, che risponde anche ad
una esigenza dello spirito. Il vuoto dell'intero giorno del Sabato Santo,
mentre altrove e da Roma stessa suonano le campane della resurrezione, mentre
la gioia un tempo ornava la città e la mensa, crea un disagio, che è stato
rilevato e riprovato da tutte le classi dei cittadini. Confidiamo che le nostre
Autorità Ecclesiastiche, accogliendo i tanti voti della cittadinanza, ridonino
alla nostra settimana santa la bellezza d'un tempo sulla scorta di una
tradizione, che è sempre stata viva e vitale".
Lino Spadaccini
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