martedì 16 giugno 2015

CESARIO GIACOMUCCI (1827-1904): un pittore (quasi sconosciuto) da riscoprire

DUE NOTI RITRATTI DI
CESARIO GIACOMUCCI
Vasto, patria di grandi pittori come i fratelli Palizzi, Gabriele Smargiassi e Valerico Laccetti, nell'Ottocento ha dato i natali ad alcuni artisti a tutti gli effetti considerati minori, quasi del tutto oscurati dalla presenza "ingombrante" e dalla notorietà dei loro concittadini più illustri. Se Floriano e Roberto Pietrocola, padre e figlio (fino a poche settimane fa confuse nella sola persona di Floriano), valenti pittori miniaturisti, e Filippo Molino, illustratore del Poliorama Pittoresco e della Medicina Pittoresca, hanno avuto discreta notorietà, per altri pittori la fama è rimasta piuttosto circoscritta. Tra questi ricordiamo Francescopaolo Cardone (1865-1937), soprannominato "lu matte Cardone", personaggio piuttosto stravagante e solitario, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto Filippo Palizzi, che si dedicò prima nella realizzazione di paesaggi di stile verista, per poi specializzarsi .
nella ritrattistica; Andrea Marchesani, autore di interessanti opere di pittura e scultura conservate soprattutto all'interno della chiesa di S. Maria Maggiore a Vasto; Alfonso Celano (M.1937), Direttore della scuola di disegno applicata alle arti, presso la Società Operaia del Mutuo Soccorso, la cui produzione attualmente conosciuta è limitata ad un ritratto eseguito nel 1890, al disegno per la chiesa di S. Nicola (1879) e due bozzetti per il monumento a Gabriele Rossetti; ed ancora Giuseppe Della Guardia (1836-1912), farmacista con la passione per la pittura, di cui particolarmente significativa è la produzione di acquerelli realizzati tra il 1898 ed il 1899
Accanto a questi pittori minori, trova giusta collocazione un altro artista scarsamente considerato, rimasto quasi del tutto sconosciuto: Cesario Giacomucci (1827-1904).
Soltanto poche
righe pubblicate sul periodico Istonio, ne annunciarono la morte avvenuta nel gennaio del 1904, all’età di 77 anni. "Il mattino di lunedì 25 gennaio, in Vasto", si legge sull'ultima pagina del giornale compilato dai fratelli Emilio e Silvio Monacelli, "il pittore Cesario Giacomucci, assalito da improvviso e inesorabile morbo, si spegneva d'un tratto nel bacio del Signore. Anima leale e veramente cristiana, lascia delle sue virtù un caro ricordo. Alla desolata famiglia ed ai parenti tutti le nostre più sentite condoglianze".
Tutto qui! Poche e semplici parole per ricordare la scomparsa di un pittore sicuramente non eccelso come altri suoi concittadini, ma con una discreta tecnica che, comunque, non lo aiutarono a risollevarlo da una vita di stenti e di ristrettezze economiche.
Le notizie su Cesario Giacomucci sono piuttosto scarne. Sappiamo che dai primi mesi del 1879 impartì lezioni agli alunni della scuola serale e delle scuole elementari. Il 15 febbraio di quell'anno, inoltrò una domanda all'attenzione dell'amministrazione comunale. "L'Artista Cesario Giacomucci, fu Raffaele", si legge nella delibera, "non trovando lavoro in questa Città sua patria, e volendo in qualche maniera rendersi utile per la gioventù, supplica le SS. Ill.me a volergli accordare un mensile qualunque anco di lire venti a titolo di stipendio per una scuola di disegno di figura e paesaggio". Così fino al 1895-96 percepì soltanto piccoli compensi e saltuari  sussidi per le lezioni impartite agli alunni delle scuole.
In occasione del centenario della nascita di Gabriele Rossetti, nel 1883, Cesario Giacomucci commemorò l'importante ricorrenza con la realizzazione di due ritratti ad olio, uno del Tirteo d'Italia e l'altro di Francesco Romani, illustre medico vastese, fatti affiggere già incorniciati nei locali del Museo Archeologico. Fu lo stesso Giacomucci a proporre la cessione al Museo di entrambe le opere "mediante un equo compenso per pagamento dei colori e delle cornici occorse". Il consiglio comunale, dopo aver elogiato l'iniziativa del pittore vastese, approvò all'unanimità la concessione di un compenso, per entrambi i quadri, pari a ottantacinque lire.
Della non vasta produzione artistica dello sfortunato pittore vastese, ricordiamo un Ritratto di donna anziana (1880), con grossi orecchini e uno scialle nero al collo, ripresa in atteggiamento piuttosto preoccupato; della serie dei personaggi illustri vastesi abbiamo ancora il Ritratto di Luigi Marchesani (1882) ed il Ritratto del Capitano Gaetano Nirico, senza data, ma riferibile allo stesso periodo dei precedenti. Chiude la collezione di quadri conservata nello storico palazzo vastese un bel paesaggio al tramonto: Veduta del lago di Agnano (1862). A sinistra dell'opera, fra le montagne s'intravede il lago (prosciugato nel 1870 per motivi igienici), mentre a destra spicca un ammasso di rocce rivestite dalla folta vegetazione. In basso al centro un pastore seduto suona la chitarra mentre le pecore brucano l'erba.
Un'altra opera eseguita dal Giacomucci, il Ritratto del Canonico Giuseppe Miscione, firmato e datato 1888 in basso a sinistra, è conservato sulla parete sinistra della chiesa di S. Nicola della Meta, dove lo stesso Miscione è stato cappellano per tanti anni, provvedendo al restauro ed alla riapertura al culto dell'edificio, dopo quarant'anni di abbandono.

Lino Spadaccini












Nessun commento: