domenica 17 gennaio 2016

Le opere dell'arch. Nicola Maria Pietrocola sotto gli occhi di tutti, ma non lo sapevamo!

In apertura l'assessore Luigi Marcello ha portato il saluto della Città
 Presentato il volume di Lucia Serafini:   "Nicola Maria Pietrocola, architetto e teorico nel mezzogiorno preunitario".

Si è svolta ieri nel salone della pinacoteca di Palazzo d’Avalos la presentazione del volume di Lucia Serafini "Nicola Maria Pietrocola, architetto e teorico nel mezzogiorno preunitario".
Obiettivo della pubblicazione, riportare all'attenzione locale e nazionale la figura di un personaggio straordinario, finora rimasto nell’ombra, che “dopo due secoli ha ancora molto da insegnarci”, come ha detto giustamente l’autrice nel suo intervento.

Tutta la serata è ruotata attorno alle particolari capacità professionali del Pietrocola che nella prima metà dell’800 ha “riplasmato” il tessuto urbano di Vasto, partecipando da primo attore a tutte le ristrutturazioni (o ampliamenti) e alle nuove opere edili della città.
L’architetto vastese è stato capace di intervenire sempre con grande senso estetico e con grande equilibrio, aggiungendo agli edifici parti che ne hanno arricchite le funzioni, ma che non hanno mai annullato la loro originaria bellezza e identità.
Questo modus operandi – ha sottolineato l’autrice - gli veniva dalle esperienze concrete di cantiere, dalla profonda conoscenza del territorio; da una solida preparazione accademica, prima a Roma e poi Napoli dove si era laureato.
Ma per capire la portata degli interventi dell'arch. Nicola Maria Pietrocola bisogna scorrere l’elenco completo dei progetti (pubblicato sul libro) in cui è stato coinvolto dal 1822 al 1865.

Latini, Picchione, Serafini
In apertura l’assessore Luigi Marcello ha portato il saluto della Città e ha ringraziato l’autrice per un volume di estrema necessità per il recupero del centro storico, tema a lui molto caro. L’arch. Maurizio Smargiassi il saluto del presidente dell’Ordine della provincia di Chieti.

Poi la parola al moderatore, arch. Mauro Latini vice presidente dell’Ordine, che ha brillantemente condotto la presentazione, inserendo, tra un intervento e l’altro, riflessioni di alto profilo.
La dr.ssa Maria Giulia Picchione (Soprintendente Belle Arti e Paesaggio dell'Abruzzo), ha sottolineato che il libro su Pietrocola offre la possibilità di conoscere storicamente il nostro patrimonio
architettonico e soprattutto di conoscere le tecniche di costruzione che sono molto utili in fase di restauro. Un disegno del Pietrocola ha aiutato molto nella fase di restauro della Cripta di s. Cesario a S. Maria Maggiore.

Poi hanno preso la parola tre qualificati relatori, tutti docenti dell’università G. D’Annunzio: l’antropologa Lia Giancristofaro, lo storico Costantino Felice, l’architetto prof. di restauro Claudio Varagnoli,
La prof. Giancristofaro ha detto che Pietrocola era espressione di una classe dirigente illuminata con grande senso della misura e del decoro, contro l’estetica dell’utilità che vige oggigiorno. Nel ‘900 si è sviluppato il senso della memoria e oggi le foto di Vasto che ci danno piacere estetico sono le opere del Pietrocola.

Il prof. Felice ha smentito un luogo comune relativo ai pastori dannunziani e cafoni siloniani. Nel primo ‘800 Vasto era popolata da una classe aristocratica e borghese che si poteva permettere ingenti investimenti in edilizia. Grande è stata l’evoluzione urbanistica del periodo, qualche esempio: pensiamo ai Palmieri che vollero ampliare il Castello Caldoresco con il palazzo che oggi vediamo ad angolo tra piazza Rossetti e piazza Diomede, oppure i Genova Rulli che gli commissionarono la trasformazione del convento dei domenicani in dimora principesca. Felice si è chiesto poi se questo volume racconta una storia locale o nazionale. Lui opterebbe per la seconda ipotesi: il libro potrebbe rientrare nella grande storia perché Pietrocola opera a Vasto con idee avanzate acquisite a Napoli e Roma; e poi può essere letto con tre chiavi di lettura, come biografia, come storia dell’architettura, come storia dell’arte.

Il prof. Varagnoli si è soffermato sugli aspetti di recupero degli edifici storici. Andando ad esaminare il complesso Genova Rulli a Porta Nuova, che è l’opera più matura del Pietrocola, ci si accorge della ricchezza delle sue tecniche costruttive e delle modernità del personaggio. E’ stato l’unico abruzzese del periodo a scrivere un manuale di architettura, ripubblicato in forma anastatica nel volume. Ha usato per i consolidamenti catene, ferro, legno, anche contro i terremoti. Per la divulgazione del volume può aiutare anche la versione inglese, con la traduzione della maggior parte dei testi.

In conclusione l’autrice, prof. Lucia Serafini, nel ringraziare tutti, ha sottolineato il Pietrocola era un architetto “colto”, capace di far fare un salto di qualità allo sviluppo. Ha parlato della sua grande sensibilità artistica, la sua estrema attenzione in fase di progetto al contesto estetico in cui andava ad inserirsi la sua opera. In altre parole riusciva sempre ad armonizzare la “funzione” dell’opera alla “bellezza”. Un pezzo importante del patrimonio locale è opera del Pietrocola ed è quotidianamente sotto gli occhi di tutti.

Nicola D’Adamo 


Giancristofaro

Felice

Varagnoli



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