Ancora
un successo per la Compagnia d'Arte Vastese, guidata da Gianluigi Delli Quadri,
per lo spettacolo dialettale dal titolo "Mbuà".
Dopo
la prima dello scorso 28 luglio, ancora una volta il Cortile di Palazzo
d'Avalos ha accolto il
130 foto >>>
numeroso pubblico, che ha particolarmente gradito le oltre due ore di spettacolo proposto da Delli Quadri e company.
130 foto >>>
numeroso pubblico, che ha particolarmente gradito le oltre due ore di spettacolo proposto da Delli Quadri e company.
In
scaletta sketch dal vivo, come quello ambientato sul pullman diretto al
santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo negli anni '60, Gabriele Rossetti
a colloquio con un ragazzino che mangia lupini sotto la sua statua, ed ancora scenette
tratte da A ch'attocch' attocche! di
Luigi Anelli e Corne e Bicorne,
l'ultima commedia scritta da Delli Quadri.
Molto
apprezzati anche le proiezioni di video, una sorta di Mudù versione abruzzese, come quello storico de
"L'armadio",interpretato da Antonio Muratore e Marina Di Nella, una
coppia di coniugi, e Giuseppe Del Prete, nei panni del falegname alle prese con
un armadio difettoso che si apre al passaggio del treno, ed ancora "La
Luna", "La Farmacia" e "Lu matte".
Dopo
i successi di "Lu tuggì Vaste" e "Trisè 1 e 2", Delli
Quadri ha creato un nuovo cartoon 3d molto divertente in dialetto vastese, dal
titolo "Far Wast", ambientato nella cittadina di Histon City, con il
cattivo Tony Murr (Antonio Muratore) che affronta a duello Ruccuìcce
(AngisteroSuriani). Oggetto del contendere: se la "vasanicola" si
metta o meno nel brodetto di pesce. Dopo la proiezione del filmato, i bravi
attori hanno rimesso in scena l'esilarante duello.
Come
in ogni spettacolo di Gianluigi Delli Quadri, non manca un momento dedicato
alla riflessione. Dopo il ricordo degli anni scorsi di Luigi Anelli e Francesco
Paolo Votinelli, quest'anno è toccato al ricordo struggente, in chiave di
musical, di un soldato vastese durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di
Nicola Stivaletta, classe 1919, fatto prigioniero a Bengasi e come tanti
portati prigioniero a Suez, dove per quaranta giorni attenderà fra stenti e
privazioni la nave inglese per poi essere rinchiuso in un campo in Inghilterra
per cinque anni, fino alla fine della guerra. In quei quaranta giorni, morirono
in tanti, soprattutto i più deboli, perché mancava di tutto, anche l'acqua. Ma
proprio in un momento di grande difficoltà, "Nicolì" venne
riconosciuto e aiutato da uno dei portatori d'acqua italiani, Gino Della Penna,
che prima dello scoppio della guerra faceva il sarto a Porta Nuova.
Complimenti
a Gianluigi Delli Quadri ed a tutta la Compagnia d'Arte Vastese, per aver
regalato agli spettatori presenti oltre due ore di spensieratezza, strappando applausi e tante risate.
Lino
Spadaccini
Nessun commento:
Posta un commento