"UN REFERENDUM DI PORTATA STORICA DI CUI NON TUTTI SI RENDONO CONTO"
Si è presentato al pubblico, ieri, il primo Comitato Vastese per il “SI” al referendum istituzionale di prossimo svolgimento. Un’assemblea
Dopo la presentazione
dell’iniziativa da parte di Domenico Molino, ha preso la parola il preside
Nicola D’Adamo per ricordare i punti essenziali della riforma Costituzionale
che andremo a votare: L abolizione del bicameralismo perfetto con la
trasformazione del Senato in Camera di Rappresentanza
delle Regioni e dei Comuni (100 membri tra consiglieri regionali e sindaci,
senza stipendio, se non quello della regione o del comune di appartenenza),
l’abolizione definitiva delle province, l’abolizione del CNEL, il ritorno allo
Stato centrale di importantissime funzioni trasferite a suo tempo alle Regioni con la Riforma del Titolo V della Costituzione
(per es. Ambiente e Sanità), l’equiparazione degli stipendi dei Consiglieri
Regionali a quello dei Sindaci delle città capoluogo di regione. Una riforma
che quindi interessa la seconda parte della Costituzione e non intacca i Principi Fondanti della “Carta”.
L’intervento dell’ On. Maria
Amato è stato prezioso per conoscere anche le attuali lacerazioni all’interno
del Parlamento e nel PD e le fibrillazioni in vista della scadenza referendaria. La parlamentare ha anche parlato dei vantaggi che portano i cambiamenti offerti dalle riforme poste a referendum.
Il prof. Costantino Felice, con
un intervento approfondito e puntuale, una vera lezione
di storia, ha avvertito che questo
referendum è una “svolta storica”, un passo importante di notevole portata - 2che non tutti comprendono", con
riflessi anche europei. Ed ha smentito
l’accusa che viene fatta alla riforma di “stravolgere la Costituzione”. Con numerosi riferimenti al dibattito
all’interno della Costituente e soprattutto nel “Gruppo dei 75”, che scrisse
materialmente la Carta Costituzionale nel 1946/47, il prof. Felice ha ricordato
che sia la posizione della Democrazia Cristiana (Aldo Moro ed altri), sia
quella Socialcomunista (Togliatti, Nenni ed altri) e quella di altre formazioni
politiche minori erano tutte favorevoli
al monocameralismo. Fu la reciproca diffidenza tra democristiani e
socialcomunisti (ambedue temevano strumentalizzazioni e colpi di mano) ed il
ricordo degli stravolgimenti
istituzionali operati dal Fascismo a spingere tutti verso il
bicameralismo che assicurava un reciproco controllo legislativo. Attuare oggi, quindi, gli orientamenti più
genuini dei costituenti, significa difendere ed attuare le posizione culturali
e politiche che erano state affermate nell’Italia del dopoguerra, nell’Italia
della Resistenza, posizioni che
invocavano si una Costituzione
Democratica, ma anche uno strumento
snello ed efficiente, che
conferiva a chi aveva la maggioranza il potere di governare senza le lungaggini
e gli inutili ritardi di un bicameralismo perfetto che raddoppia inutilmente i tempi di ogni
decisione parlamentare con gli inevitabili rimpalli legislativi.
Sono seguiti
qualificati interventi che hanno chiarito ogni aspetto della riforma e auspicato
l’impegno per una maggiore presenza tra le gente per far conoscere cosa e
perché andremo a votare.
Nicola D’Adamo (noivastesi)
1 commento:
Ieri c’è stata la presentazione del Comitato Vastese per il SI, cui non ha partecipato nessun membro consigliare del PD. Parallelamente è stato annunziato il gruppo promotore regionale dei Comitati Sinistra per il Sì in Abruzzo cui ha aderito il sindaco di Vasto Francesco Menna. Entrambe hanno la stessa finalità e operano nello steso territorio ma ognuno sembra che vada per conto proprio ignorandosi.
Certo la cosa fa riflettere.
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