lunedì 26 settembre 2016

Santo Patrono (1 di 3): la devozione verso San Michele risale a tempo immemore

Michele Provicoli, Processione di San Michele (1997)
di Lino Spadaccini

Il legame e la devozione della città del Vasto verso l’Arcangelo Michele risale a tempo immemore, ben prima del 1657 quando, a causa del diffondersi della peste bubbonica in tutta l’Italia meridionale,nella nostra città si cominciò a pregare con grande fervore e in ringraziamento per lo
scampato pericolo, si decise di costruire una chiesa in suo onore.
Sin dal Medioevo, da Vasto partivano a piedi comitive di devoti per recarsi in pellegrinaggio sul Gargano per visitare la grotta dell’Arcangelo Michele. Anche il canonico vastese Diego Maciano, nel suo "Diario", in data 27 aprile 1714, annotava: "Andò la Compagnia del Carmine a visitare S. Michele Arcangelo nel Monte Gargano, et à S.Nicola di Bari in ringratiamento della recuperata salute della Sig.ra Marchesa, il Priore q.le era D. Diego Maciano, li forieri D. Giuseppe Impastari e D. Giacinto Olivii".
Tracce del passaggio dei pellegrini vastesi sono presenti sui bollettini del Santuario nel periodo 1930-50, ed ancora oggi, soprattutto durante il mese di maggio, in concomitanza con la festa di S. Nicola di Bari, gruppi di pellegrini si recano nella chiesa di Monte Sant’Angelo.
Tra i fedeli vastesi, di generazione in generazione, si tramanda una storia interessante. San Michele si lamenta con il Signore: "Sopra a questa montagna mi hai messo, ma chi mi verrà a trovare?". Ed il Signore, rassicurando l’Arcangelo, risponde. "Chi va a San Nicola (a Bari) e non va a San Michele è come se non c’è andato". Per questo, per i pellegrini, è importante la presenza in entrambi i Santuari. Ancora oggi, agli inizi di maggio, alcuni gruppi vastesi si recano in autobus fino a S. Marco in Lamis poi, attraverso la strada del pellegrino, raggiungono a piedi prima S. Giovanni Rotondo, per una breve sosta alla tomba di San Pio, e quindi Monte Sant’Angelo per la visita al Santuario di San Michele. Successivamente, in autobus, raggiungono il Santuario di S. Nicola di Bari. Il giorno del ritorno a Vasto, l’8 maggio, è d’obbligo una tappa di ringraziamento al Santo Patrono in occasione della festa della "Vittoria".
Quello che sorprende di più, come testimoniato in un articolo di Orlando Giuffreda,dal titolo "La devozione a San Michele della Città di Vasto", è la presenza di varie iscrizioni, graffite, presenti sulle pareti rocciose della scalinata angioina del Santuario di Monte Sant’Angelo, di pellegrini vastesi che hanno voluto consegnare alla memoria, quasi come un ex voto, il loro passaggio. In particolare, ne è presente una molto interessante del 1522: A. TULLIO DEL / CASALE DE MORO / DEL VASTO / A DI 28 MAI 1522. IO MARCO / DE MORO / DE LO VASTO H D.Una preziosa testimonianza lasciata ben 135 anni prima dell’inizio della costruzione della chiesa di San Michele Arcangelo a Vasto.
Chiudiamo con la Poesia a S. Michele, tratta dal Libretto di devozione a S. Nicola della Compagnia di Vasto del 1957:


Evviva San Michele
che discende dal cielo
per aiutare a noi
comandato da Gesù.

Con due occhi ci guarda
con la gentile spada,
ci guarda dal terrore
ci libera dai peccati.
Con la giunta catene
sotto ci tiene Lucifero
ci guarda o San Michele
che a noi ci dà tormento.

Sotto il tuo bel manto
noi tutti ci rifuggiamo
se il terror ci viene
io chiamo San Michele.

Nel braccio sinistro
l’elmo voi ci avete
di voi tengo speranza
a voi dono la mia fede.

Sopra la bilancia
l'anima nostra ci stà
perduto che questo mondo
spero di godere I’ eternità.

O San Michele Arcangelo
beato al tuo fedele
al punto dell’agonia.
assisti quest’alma mia.

O protettor del mondo
assisti quest’alma nostra
e tutta la compagnia
con Gesù, Giuseppe e Maria.











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