venerdì 21 ottobre 2016

Un arco monumentale sulla Loggia: di cosa si tratta?

L'arco dell'abitazione di Vincenzo Di Lello è l'antica porta del retrostante Monastero di Santa Chiara  o l'ingresso del palazzo della famiglia Amblingh? 
Quotidianamente vengono pubblicate foto del borgo antico che invitano ad andare alle ricerca delle radici storiche di Vasto.
Nella panoramica ripresa dal poggio di Via Tre Segni, che si affaccia sul golfo, notiamo lo sviluppo della balconata, fino alla casa Rossetti (sede della Biblioteca omonima).
"Loggia Amblingh" è il nome della passeggiata panoramica , da cui si scopre la stupenda visione del golfo vastese, con le sottostanti ondulate
colline verdeggianti degradanti verso la marina.

A metà della balconata c’è la cappella della Madonna della "Catena".
Di fronte c’è Porta Catena (detta anche Porta Romana o Porta S. Maria), su cui poggia la caratteristica "loggia" sormontata da una "pagoda".


Proseguendo verso sinistra, è ritratta la facciata di un edificio di proprietà di Vincenzo Di Lello restaurato nel maggio 1998..

L'altezza imponente dell'arcatura pone qualche interrogativo su questo interessante reperto architettonico che è troncato nella parte mediana da un solaio che fa spazio ad alcuni ambienti a piano terra.

Si tratta di un arco di fabbricato o possiamo parlare di un monumentale portale da cui si poteva, anticamente, accedere per raggiungere il retrostante Monastero di Santa Chiara ?

Nella pianta del 1793 l'edificio in questione è bene evidenziato nella sua altezza con l'imponente arco, posto poco distante "Porta S. Maria" evidenziata con più modesta dimensione, e questo fa propendere per la prima ipotesi e che, successivamente, forse l'ambiente è stato modificato per dar luogo ad una abitazione, nella constatazione dei impiegati che appaiono diversi da quelli originali costituenti l'arco e le volte eseguiti a mattoni pieni disposti a spina di pesce.

Ma non è nemmeno improbabile che l'arco facesse parte dell'entrata monumentale dell'edificio abitato da Guglielmo Amblingh, un personaggio illustre di cui vale la pena riferire.

Guglielmo Amblingh era figlio di Giovanni Guglielmo e di Barbara Sviburg e nacque a Graz nel 1679. Nel 1707, insieme alla moglie Anna Maria Brusvin, si trasferì a Vasto al seguito di Cesare Michelangelo D'Avalos, divenendo suo segretario particolare e, acquisendo alti meriti, tanto che il Marchese del Vasto lo ricompensò nominandolo, nel 1723, comandante delle truppe di casa D'Avalos, barone di S. Ancino che era un feudo nel territorio di Casalbordino, e vice conte di Monteodorisio, con la carica di Governatore della Contea che apparteneva ai marchesi D'Avalos. Nel 1728 Guglielmo Amblingh si sposò a Vasto, in terze nozze, con la contessa Teodora De Cicco, figlia di Francesco e di Geromina de Sanctis. Amblingh, risultava, nel catasto del 1742, proprietario di numerose abitazioni poste lungo la passeggiata che prende il suo nome e, certamente, anche l'edificio con il grande arco, ora scoperto, costituiva un elemento della sua splendida residenza. Il noto personaggio, alla sua morte, avvenuta nel 1760, venne sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore che era sotto la protezione della casa D'Avalos.

Il manufatto ha una sua particolare importanza storica, oltre che architettonica e monumentale e testimonia lo splendore e la raffinatezza dell'arte edilizia antica, di cui si vanno riscoprendo le tracce nel quartiere più antico di Vasto.

Sicuramente il fabbricato che reca l'arco nella sua facciata, risale al 1500 circa e di certo si addossava al muraglione difensivo costruito nel 1439 da Giacomo Caldora, seguendone il tracciato nel cosiddetto "vico che mena alle fornaci dei pentolari", fino alla Torre Moschetti (nei pressi delle "Cisterne").

Giuseppe Catania

4 commenti:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Su "Memorie di arte Vastese" di Filippo Laccetti, nelle pagine 14 e 15 si parla dettagliatamente di questo arco. Aggiungerei solo che per "Loggia Amblingh" si intendeva l'area compresa tra il muro dei Giardini d'Avalos e l'attuale ristorante 29. Nello spazio successivo c'era un edificio (poi abbattuto) in cui aveva sede un frantoio. (Vedi le ruote poste davanti all'ingresso dei giardini di cui sopra. Il resto della "passeggiata è stato realizzato solo "recentemente".

P.S. Chiedo umilmente scusa se mi sono permesso di scrivere questo commento.

NICOLA D'ADAMO ha detto...

Meno male che ci sei tu. Il frantoio era "Lu trappite di Rimiggelde", ma questo non lo trovi sui libri di storia.

Marilena ha detto...

Grazie sempre per i vostri commenti storici, sono perle preziose per gli attuali vastesi e chiunque la ami!

Marilena ha detto...

Grazie sempre per i vostri commenti storici, sono perle preziose per gli attuali vastesi e chiunque la ami!