La storia in dettaglio: 30 anni di crescita, parroci, eventi religiosi, iniziative sociali.
di LINO SPADACCINI
Trent'anni fa, il 5 ottobre 1986 l'Arcivescovo Valentini dava l'incarico a don Tommaso Di Stefano di formare la nuova parrocchia intitolata a S. Maria Immacolata in San Michele.
di LINO SPADACCINI
Trent'anni fa, il 5 ottobre 1986 l'Arcivescovo Valentini dava l'incarico a don Tommaso Di Stefano di formare la nuova parrocchia intitolata a S. Maria Immacolata in San Michele.
La
parrocchia era stata istituita quattro anni prima da Mons. Vincenzo Fagiolo "dismembrandola"
da quella di Sant'Antonio Abate, che era stata eretta nel
1973, sempre dallo stesso Vescovo, affidata alla cura pastorale di don Vittorio
Di Domenicantonio.
"La Città del Vasto", scriveva il
Pastore Diocesano nel decreto di erezione della parrocchia datato 29 maggio
1982, "in questo ultimo decennio,
conseguentemente agli insediamenti industriali realizzati nel comprensorio in
cui ricade, ha visto uno sviluppo demografico e sociale di grande rilievo, che
è in continuo progresso. Le competenti autorità civili hanno tempestivamente
provveduto alla realizzazione di strutture per l'insediamento umano e di
interesse sociale. Lo sviluppo demografico si
concretizza in popolosi quartieri
sorti e dislocati in vari punti della Città e naturalmente molto distanziati
dai centri parrocchiali esistenti, il che rende difficile e quasi impossibile,
per ovvie ragioni, una effettiva ed adeguata assistenza religiosa agli abitanti
di questi nuovi insediamenti. Di fronte alla situazione testé descritta,
l'ufficio e la responsabilità di pastore delle anime mi impongono il dovere di
provvedere alle necessità spirituali dei fedeli, erigendo nuove parrocchie, per
la dovuta ed adeguata cura pastorale". Per questi motivi Mons. Fagiolo
dichiarò eretta la nuova parrocchia con il titolo di Maria SS. Immacolata, che
comprendeva il Rione San Michele ed il nuovo quartiere in forte espansione
chiamato "dei fiori".
Soltanto
quattro anni più tardi, Mons. Valentini, con una sentita cerimonia ricca di
simboli liturgici, consegnava a don Tommaso le "chiavi" della
comunità parrocchiale. "È stata una
bella esperienza quella di aver formato una nuova comunità", ricorda
don Tommaso, "All'inizio non è stato
semplice a causa della chiesa piccola e per la mancanza di strutture. Ci siamo
dovuti adattare prendendo dei locali in affitto, ma devo dire che ho trovato
molta collaborazione e c'è stato molto entusiasmo proprio per la novità di creare
una nuova parrocchia. Portavamo i ragazzi a giocare ai Gabrielini, si
organizzavano gite, ed ancora recite per la raccolta di fondi per l'infanzia
missionaria. È stato un momento di grande fermento grazie soprattutto alle
tante iniziative promosse dalle catechiste e dai responsabili di Azione
Cattolica, che hanno avvicinato alla parrocchia tanti ragazzi e giovani".
Il neo parroco ha trovato sin dall'inizio tanti
collaboratori provenienti dalla parrocchia di S. Maria Maggiore ed ha rivolto
il proprio impegno principalmente su tre punti: catechesi parrocchiale, Azione
Cattolica e Formazione Missionaria.
Pur nel disagio, per la mancanza di strutture, si è cercato
di operare per il bene della comunità: la chiesa patronale di San Michele bella
ma piccola, che a stento riusciva a contenere i fedeli nella messa domenicale,
in particolare quella delle dieci e trenta, frequentata soprattutto da ragazzi
e giovani, il piccolo ufficio parrocchiale presente all'inizio di via Aragona,
due locali in via delle Gardenie presi in affitto, utilizzati per le riunioni
di Azione Cattolica ed il catechismo. Alcuni anni più tardi si aggiunsero altri
due locali ricevuti in comodato gratuito dalla famiglia Ciccarone.
"Veramente la giovane Comunità
dell'Immacolata è in cammino e sta scrivendo con entusiasmo giovanile le prime
righe della storia, lanciata in un futuro promettente", scriveva nel
1992 il parroco sulle pagine del giornalino parrocchiale "La Gioia", "Certo, bisogna affidarsi a tempi lunghi, ora
è il tempo della Semina. E intanto sogno una Comunità che cresca nella unità e
nella partecipazione, consapevole di vivere un momento storico per la vita
della Parrocchia. Sogno una chiesa bella e accogliente, dove il popolo di Dio
possa convivere nella gioia. Sogno le strutture parrocchiali per le attività
ricreative e di formazione religiosa per i nostri numerosi ed esuberanti
ragazzi. Sogno genitori sempre più consapevoli del loro ruolo di primi
educatori e responsabili della formazione cristiana dei figli".
L'Azione
Cattolica parrocchiale, per molti anni con oltre 200 iscritti, è stata molto
attiva in parrocchia e ben inserita nella realtà cittadina e diocesana. Tante
le recite allestite, in particolare per l'infanzia missionaria, o
l'organizzazione delle feste "del Ciao", "della Pace" e
"degli Incontri", le feste per i nonni o le tante iniziative presso
la Casa di Riposo di Sant'Onofrio, ed ancora le varie edizioni della "Via
Crucis", sempre a Sant'Onofrio, per la regia di Valter Marinucci.
Da
segnalare anche la stampa del periodico "La Gioia" (1992-1993), con
la pubblicazioni di articoli, foto e disegni delle tante attività parrocchiali.
Altre esperienze simili sono state quelle di "Qui ACR!", "La
Gioia Ritrovata" e "Pace".
Da
ricordare anche la bella esperienza del Piccolo Coro dell'Immacolata, diretto
dal M° Paola Stivaletta, e l'adesione al Centro Sportivo Italiano.
Il
18 luglio 1987, in via delle Gardenie, si celebrò la prima festa della nuova parrocchia
"Festa dei Fiori - Festa di Maria". La S. Messa venne celebrata
dall'Arcivescovo Mons. Valentini, con la benedizione della nuova statua
dell'Immacolata, seguita dalla processione per le strade del quartiere.
Nel
1991, in occasione dei primi cinque anni della parrocchia, vennero organizzati
due giorni di festa, con la S. Messa celebrata da Mons. Valentini ed il
concerto di Giuseppe Cionfoli, famoso cantautore, che viene ancora oggi
ricordato per le due partecipazioni al Festival di Sanremo.
Dieci anni più tardi, nel 2001, Mons. Edoardo Menichelli,unì
le parrocchie dell'Immacolata e di Sant'Antonio Abate sotto il nuovo titolo di S.
Maria del Sabato Santo, guidata da don Tommaso Di Stefano e don Domenico
Larcinese.
All’inizio del 2007, Mons. Bruno Forte nominò don Massimo D'Angelo
primo parroco della neonata parrocchia, mentre don Tommaso, con molta umiltà,
accettò collaborare con il giovane sacerdote come vice parroco.
Con
l’arrivo del nuovo parroco, venne dato un forte impulso per la realizzazione
della nuova chiesa. Il progetto di realizzazione, affidato il 15 febbraio 2007
al centro AVE Arte di Loppiano (FI), il 21 gennaio 2008 venne approvato dalla
commissione d’Arte Sacra della Arcidiocesi di Chieti-Vasto, ed il 4 maggio 2008
seguì l’approvazione della commissione edilizia della CEI.
Dopo il rilascio della
concessione edilizia da parte del Comune di Vasto, si passò alla fase esecutiva
dell’opera con una previsione di spesa di oltre 3 milioni di euro, di cui il
75% circa finanziato dalla CEI e il restante 25% a carico della Parrocchia.
Il
9 giugno del 2009, sull’area individuata per la costruzione del complesso
parrocchiale, nei pressi della storica residenza del Barone Cardone,
successivamente ereditata dalla famiglia Ciccarone, avvenne la suggestiva
cerimonia della posa della prima pietra. "Una volta c’era una sola comunità”, affermò il parroco, Mons.
Massimo D’Angelo, durante la celebrazione, "poi c’erano due comunità, oggi c’è una sola famiglia e una sola
comunità. Una comunità di strada, ma che non è partita da zero, una comunità
con la passione del Vangelo che ha scritto nel silenzio in questi anni.
Abbiamo la consapevolezza di costruire
insieme alla chiesa l’oratorio, non solo un edificio nell’edificio, ma dei
cammini e la voglia di farsi sentire, non di apparire".
Grazie allo stato dei lavori piuttosto avanzato, l’anno
successivo, a conclusione della Visita Pastorale di Mons. Bruno Forte, venne
celebrata una suggestiva S. Messa all’interno del cantiere.
Nell’aprile del 2011, nella chiesa di Sant’Antonio Abate,
vennero benedette le tre campane, successivamente collocate sul campanile della
nuova chiesa, dove spicca una grande croce in acciaio inox alta ben14 metri. La
campana grande, del peso di 520 kg, la cui nota è un SOL, è dedicata a S. Maria
del Sabato Santo, Madre della Speranza; la campana media, del peso di 280 kg,
la cui nota è un SI, è dedicata a San Michele, ed è stata fusa a devozione
dell’Associazione Famiglia San Michele e dei fedeli; la campana piccola, la cui
nota è un RE, è dedicata a Sant’Antonio Abate, a devozione del Comitato Festa
Sant’Antonio Abate.
Il 27 maggio 2009, alla presenza di autorità civili e
militari, e soprattutto di tanti fedeli, Mons. Bruno Forte ha presieduto alla
cerimonia di dedicazioni della nuova chiesa di S. Maria del Sabato Santo. A don
Massimo, giovane parroco arrivato solo cinque anni prima, e che si è caricato
sulle spalle il non facile onere di iniziare e portare a termine, in tempi
brevi, la costruzione del nuovo edificio di culto, è toccato il compito di
consegnare la nuova chiesa al vescovo: "Questo giorno è un punto significativodi una lunga storia di lavoro e
generosità", ha detto il parroco all’inizio della celebrazione
eucaristica, "In questo momento
vorrei ricordare ciascuna delle persone che hanno reso possibile la gioia che
oggi pervade tutti noi: dalla Conferenza Episcopale Italiana, da coloro che
hanno firmato l’8 per mille alla Chiesa Cattolica, alla Curia Arcivescovile,
all’Economo Mons. Cassio Menna fino agli esecutori di quest’opera… In questi
due anni e 11 mesi", ha proseguito don Massimo, "abbiamo affrontato difficoltà, ma il Signore
si è manifestato sempre nella sua divina provvidenza. Questa chiesa sia segno
visibile del Dio invisibile per mostrare al mondo il volto di Dio che è amore,
che è libertà, che è concordia e non discordia. Abbiamo cercato di creare in
questa zona della Città del Vasto, uno spazio di bellezza e semplicità di fede
e speranza per condurre l’uomo all’incontro con l’uomo vivo il figliodi Dio che
è verità e bellezza. Anche la pavimentazione esterna della Chiesa entra
all’interno per sottolineare che se l’uomo entra in Dio e lo segue portando Lui
nel mondo tutto si eleva e si sperimenta la vera bellezza, la gioia vera, la
stessa vita di Dio". Infine il parroco ha espresso un desiderio:
"Chiedo al Signore un ultimo dono
che si possa domani dire non una chiesa bella o meno bella ma guardando tutti
noi pietre vive, chiesa di Cristo, si possa dire guarda come si amano, proprio
così, finalmente famiglia-comunità".
L'edificio di culto moderno e molto bello e apprezzato da
tutti, è stato realizzato con sobrietà e gusto, senza dimenticare la
realizzazione della grande sala teatro, delle aule catechistiche e le altre
strutture necessarie allo svolgimento delle attività parrocchiali.
Nonostante
la chiesa moderna, la statua della Madonna della Speranza, molto bella ed
espressiva, richiama le statue tradizionali di un tempo. Essa è formata da un
manichino ligneo alto 170 centimetri con testa e mani in terracotta dipinta.
Gli abiti molto curati sono realizzati in seta con passamaneria a fili d’oro,
mentre la raggiera e la corona sono in materiale ligneo.
Il
13 ottobre del 2013, nella giornata in cui Papa
Francesco ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in occasione
dell’arrivo a Roma della statua della Madonna di Fatima, Mons. Massimo D'Angelo
ha inaugurato un piccolo monumento in pietra sormontato dalla statua della
Madonna della Speranza e del sorriso, benedetta proprio da Papa Francesco.
L'8
dicembre dell'anno successivo, al termine della S. Messa vespertina per la festività
dell'Immacolata Concezione, il parroco ha benedetto la nuova cappella ricavata
sulla parete laterale del campanile della chiesa di S. Maria del Sabato
Santo. Al centro della cappella è stata collocata una statua della Madonna
proveniente da Medjugorje, attorniata dalle 14 stazioni della Via Crucis
realizzate in terracotta policroma, provenienti dalla chiesa di S. Michele,
rimosse in occasione dell'ultimo restauro della chiesa nel 2000, in quanto
stilisticamente poco attinenti con il resto della chiesa.
Un'altra
data da ricordare è senz'altro quella del 18 gennaio 2015, per la benedizione
delle quindici stazioni artistiche della Via Crucis, realizzate in fibra di
vetro bronzata da Suor Angelica Ballan, grazie al contributo della famiglia la
Verghetta in memoria di Sebastiano.
Questa
è stata l'ultima opera realizzata da Mons. Massimo D'Angelo, infatti, come da
disposizione diocesana, il giovane parroco, al termine di otto anni molto
intensi spesi per la comunità parrocchiale, ha accettato il trasferimento alla
parrocchia di San Rocco in Sambuceto.
Venerdì
30 gennaio don Antonio Totaro, nuovo parroco nominato da Mons. Bruno Forte, ha
fatto il proprio ingresso in parrocchia accolto dalla comunità parrocchiale e
dalle autorità cittadine.
La parrocchia di S. Maria del Sabato Santo è una parrocchia
viva, in continuo fermento, con tanti collaboratori che danno una mano al
parrocoper le tante attività che ruotano intorno alla parrocchia. Ed a loro, a
coloro che sono "la vita e la forza
della parrocchia", che don Antonio ha voluto esprimere il proprio
"Grazie", attraverso un breve messaggio. "Spesso, ma particolarmente ai nostri giorni, una parola poco usata è il
grazie", ha scritto il parroco, "È una promessa che vuole motivare il grazie che la parrocchia non può e
non deve dimenticare di dire proprio ad un gran numero di persone che, con
profondo senso di gratuità e di corresponsabilità, danno una mano forte nei
vari impegni che la parrocchia si assume per il bene di tutti. E spesso sono
persone che non sono neppure conosciute nel bene che fanno in silenzio e
umiltà. Un grazie che non è certo solo il mio; ma vuole essere soprattutto il
grazie di tutti i parrocchiani perché sono loco che, per primi, godono del bene
che queste persone fanno per la nostra parrocchia".
Lino Spadaccini
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