lunedì 5 dicembre 2016

Dall'Immacolata al Sabato Santo, trent'anni di vita parrocchiale

La storia in dettaglio: 30 anni di crescita, parroci,  eventi religiosi, iniziative sociali. 

di LINO SPADACCINI 

Trent'anni fa, il 5 ottobre 1986 l'Arcivescovo Valentini dava l'incarico a don Tommaso Di Stefano di formare la nuova parrocchia intitolata a S. Maria Immacolata in San Michele.
La parrocchia era stata  istituita quattro anni prima da Mons. Vincenzo Fagiolo "dismembrandola" da quella di Sant'Antonio Abate, che era stata eretta  nel 1973, sempre dallo stesso Vescovo, affidata alla cura pastorale di don Vittorio Di Domenicantonio.
"La Città del Vasto", scriveva il Pastore Diocesano nel decreto di erezione della parrocchia datato 29 maggio 1982, "in questo ultimo decennio, conseguentemente agli insediamenti industriali realizzati nel comprensorio in cui ricade, ha visto uno sviluppo demografico e sociale di grande rilievo, che è in continuo progresso. Le competenti autorità civili hanno tempestivamente provveduto alla realizzazione di strutture per l'insediamento umano e di interesse sociale. Lo sviluppo demografico si
concretizza in popolosi quartieri sorti e dislocati in vari punti della Città e naturalmente molto distanziati dai centri parrocchiali esistenti, il che rende difficile e quasi impossibile, per ovvie ragioni, una effettiva ed adeguata assistenza religiosa agli abitanti di questi nuovi insediamenti. Di fronte alla situazione testé descritta, l'ufficio e la responsabilità di pastore delle anime mi impongono il dovere di provvedere alle necessità spirituali dei fedeli, erigendo nuove parrocchie, per la dovuta ed adeguata cura pastorale". Per questi motivi Mons. Fagiolo dichiarò eretta la nuova parrocchia con il titolo di Maria SS. Immacolata, che comprendeva il Rione San Michele ed il nuovo quartiere in forte espansione chiamato "dei fiori".





Soltanto quattro anni più tardi, Mons. Valentini, con una sentita cerimonia ricca di simboli liturgici, consegnava a don Tommaso le "chiavi" della comunità parrocchiale. "È stata una bella esperienza quella di aver formato una nuova comunità", ricorda don Tommaso, "All'inizio non è stato semplice a causa della chiesa piccola e per la mancanza di strutture. Ci siamo dovuti adattare prendendo dei locali in affitto, ma devo dire che ho trovato molta collaborazione e c'è stato molto entusiasmo proprio per la novità di creare una nuova parrocchia. Portavamo i ragazzi a giocare ai Gabrielini, si organizzavano gite, ed ancora recite per la raccolta di fondi per l'infanzia missionaria. È stato un momento di grande fermento grazie soprattutto alle tante iniziative promosse dalle catechiste e dai responsabili di Azione Cattolica, che hanno avvicinato alla parrocchia tanti ragazzi e giovani".

Il neo parroco ha trovato sin dall'inizio tanti collaboratori provenienti dalla parrocchia di S. Maria Maggiore ed ha rivolto il proprio impegno principalmente su tre punti: catechesi parrocchiale, Azione Cattolica e Formazione Missionaria.
Pur nel disagio, per la mancanza di strutture, si è cercato di operare per il bene della comunità: la chiesa patronale di San Michele bella ma piccola, che a stento riusciva a contenere i fedeli nella messa domenicale, in particolare quella delle dieci e trenta, frequentata soprattutto da ragazzi e giovani, il piccolo ufficio parrocchiale presente all'inizio di via Aragona, due locali in via delle Gardenie presi in affitto, utilizzati per le riunioni di Azione Cattolica ed il catechismo. Alcuni anni più tardi si aggiunsero altri due locali ricevuti in comodato gratuito dalla famiglia Ciccarone.

"Veramente la giovane Comunità dell'Immacolata è in cammino e sta scrivendo con entusiasmo giovanile le prime righe della storia, lanciata in un futuro promettente", scriveva nel 1992 il parroco sulle pagine del giornalino parrocchiale "La Gioia", "Certo, bisogna affidarsi a tempi lunghi, ora è il tempo della Semina. E intanto sogno una Comunità che cresca nella unità e nella partecipazione, consapevole di vivere un momento storico per la vita della Parrocchia. Sogno una chiesa bella e accogliente, dove il popolo di Dio possa convivere nella gioia. Sogno le strutture parrocchiali per le attività ricreative e di formazione religiosa per i nostri numerosi ed esuberanti ragazzi. Sogno genitori sempre più consapevoli del loro ruolo di primi educatori e responsabili della formazione cristiana dei figli".

L'Azione Cattolica parrocchiale, per molti anni con oltre 200 iscritti, è stata molto attiva in parrocchia e ben inserita nella realtà cittadina e diocesana. Tante le recite allestite, in particolare per l'infanzia missionaria, o l'organizzazione delle feste "del Ciao", "della Pace" e "degli Incontri", le feste per i nonni o le tante iniziative presso la Casa di Riposo di Sant'Onofrio, ed ancora le varie edizioni della "Via Crucis", sempre a Sant'Onofrio, per la regia di Valter Marinucci.

Da segnalare anche la stampa del periodico "La Gioia" (1992-1993), con la pubblicazioni di articoli, foto e disegni delle tante attività parrocchiali. Altre esperienze simili sono state quelle di "Qui ACR!", "La Gioia Ritrovata" e "Pace".

Da ricordare anche la bella esperienza del Piccolo Coro dell'Immacolata, diretto dal M° Paola Stivaletta, e l'adesione al Centro Sportivo Italiano.

Il 18 luglio 1987, in via delle Gardenie, si celebrò la prima festa della nuova parrocchia "Festa dei Fiori - Festa di Maria". La S. Messa venne celebrata dall'Arcivescovo Mons. Valentini, con la benedizione della nuova statua dell'Immacolata, seguita dalla processione per le strade del quartiere.
Nel 1991, in occasione dei primi cinque anni della parrocchia, vennero organizzati due giorni di festa, con la S. Messa celebrata da Mons. Valentini ed il concerto di Giuseppe Cionfoli, famoso cantautore, che viene ancora oggi ricordato per le due partecipazioni al Festival di Sanremo.

Dieci anni più tardi, nel 2001, Mons. Edoardo Menichelli,unì le parrocchie dell'Immacolata e di Sant'Antonio Abate sotto il nuovo titolo di S. Maria del Sabato Santo, guidata da don Tommaso Di Stefano e don Domenico Larcinese. 

All’inizio del 2007, Mons. Bruno Forte nominò don Massimo D'Angelo primo parroco della neonata parrocchia, mentre don Tommaso, con molta umiltà, accettò collaborare con il giovane sacerdote come vice parroco.
Con l’arrivo del nuovo parroco, venne dato un forte impulso per la realizzazione della nuova chiesa. Il progetto di realizzazione, affidato il 15 febbraio 2007 al centro AVE Arte di Loppiano (FI), il 21 gennaio 2008 venne approvato dalla commissione d’Arte Sacra della Arcidiocesi di Chieti-Vasto, ed il 4 maggio 2008 seguì l’approvazione della commissione edilizia della CEI. 
Dopo il rilascio della concessione edilizia da parte del Comune di Vasto, si passò alla fase esecutiva dell’opera con una previsione di spesa di oltre 3 milioni di euro, di cui il 75% circa finanziato dalla CEI e il restante 25% a carico della Parrocchia.

Il 9 giugno del 2009, sull’area individuata per la costruzione del complesso parrocchiale, nei pressi della storica residenza del Barone Cardone, successivamente ereditata dalla famiglia Ciccarone, avvenne la suggestiva cerimonia della posa della prima pietra. "Una volta c’era una sola comunità”, affermò il parroco, Mons. Massimo D’Angelo, durante la celebrazione, "poi c’erano due comunità, oggi c’è una sola famiglia e una sola comunità. Una comunità di strada, ma che non è partita da zero, una comunità con la passione del Vangelo che ha scritto nel silenzio in questi anni. Abbiamo  la consapevolezza di costruire insieme alla chiesa l’oratorio, non solo un edificio nell’edificio, ma dei cammini e la voglia di farsi sentire, non di apparire".

Grazie allo stato dei lavori piuttosto avanzato, l’anno successivo, a conclusione della Visita Pastorale di Mons. Bruno Forte, venne celebrata una suggestiva S. Messa all’interno del cantiere.
Nell’aprile del 2011, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, vennero benedette le tre campane, successivamente collocate sul campanile della nuova chiesa, dove spicca una grande croce in acciaio inox alta ben14 metri. La campana grande, del peso di 520 kg, la cui nota è un SOL, è dedicata a S. Maria del Sabato Santo, Madre della Speranza; la campana media, del peso di 280 kg, la cui nota è un SI, è dedicata a San Michele, ed è stata fusa a devozione dell’Associazione Famiglia San Michele e dei fedeli; la campana piccola, la cui nota è un RE, è dedicata a Sant’Antonio Abate, a devozione del Comitato Festa Sant’Antonio Abate.

Il 27 maggio 2009, alla presenza di autorità civili e militari, e soprattutto di tanti fedeli, Mons. Bruno Forte ha presieduto alla cerimonia di dedicazioni della nuova chiesa di S. Maria del Sabato Santo. A don Massimo, giovane parroco arrivato solo cinque anni prima, e che si è caricato sulle spalle il non facile onere di iniziare e portare a termine, in tempi brevi, la costruzione del nuovo edificio di culto, è toccato il compito di consegnare la nuova chiesa al vescovo: "Questo giorno è un punto significativodi una lunga storia di lavoro e generosità", ha detto il parroco all’inizio della celebrazione eucaristica, "In questo momento vorrei ricordare ciascuna delle persone che hanno reso possibile la gioia che oggi pervade tutti noi: dalla Conferenza Episcopale Italiana, da coloro che hanno firmato l’8 per mille alla Chiesa Cattolica, alla Curia Arcivescovile, all’Economo Mons. Cassio Menna fino agli esecutori di quest’opera… In questi due anni e 11 mesi", ha proseguito don Massimo, "abbiamo affrontato difficoltà, ma il Signore si è manifestato sempre nella sua divina provvidenza. Questa chiesa sia segno visibile del Dio invisibile per mostrare al mondo il volto di Dio che è amore, che è libertà, che è concordia e non discordia. Abbiamo cercato di creare in questa zona della Città del Vasto, uno spazio di bellezza e semplicità di fede e speranza per condurre l’uomo all’incontro con l’uomo vivo il figliodi Dio che è verità e bellezza. Anche la pavimentazione esterna della Chiesa entra all’interno per sottolineare che se l’uomo entra in Dio e lo segue portando Lui nel mondo tutto si eleva e si sperimenta la vera bellezza, la gioia vera, la stessa vita di Dio". Infine il parroco ha espresso un desiderio: "Chiedo al Signore un ultimo dono che si possa domani dire non una chiesa bella o meno bella ma guardando tutti noi pietre vive, chiesa di Cristo, si possa dire guarda come si amano, proprio così, finalmente famiglia-comunità".

L'edificio di culto moderno e molto bello e apprezzato da tutti, è stato realizzato con sobrietà e gusto, senza dimenticare la realizzazione della grande sala teatro, delle aule catechistiche e le altre strutture necessarie allo svolgimento delle attività parrocchiali.

Nonostante la chiesa moderna, la statua della Madonna della Speranza, molto bella ed espressiva, richiama le statue tradizionali di un tempo. Essa è formata da un manichino ligneo alto 170 centimetri con testa e mani in terracotta dipinta. Gli abiti molto curati sono realizzati in seta con passamaneria a fili d’oro, mentre la raggiera e la corona sono in materiale ligneo.

Il 13 ottobre del 2013, nella giornata in cui Papa Francesco ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in occasione dell’arrivo a Roma della statua della Madonna di Fatima, Mons. Massimo D'Angelo ha inaugurato un piccolo monumento in pietra sormontato dalla statua della Madonna della Speranza e del sorriso, benedetta proprio da Papa Francesco.
L'8 dicembre dell'anno successivo, al termine della S. Messa vespertina per la festività dell'Immacolata Concezione, il parroco ha benedetto la nuova cappella ricavata sulla parete laterale del campanile della chiesa di S. Maria del Sabato Santo. Al centro della cappella è stata collocata una statua della Madonna proveniente da Medjugorje, attorniata dalle 14 stazioni della Via Crucis realizzate in terracotta policroma, provenienti dalla chiesa di S. Michele, rimosse in occasione dell'ultimo restauro della chiesa nel 2000, in quanto stilisticamente poco attinenti con il resto della chiesa.

Un'altra data da ricordare è senz'altro quella del 18 gennaio 2015, per la benedizione delle quindici stazioni artistiche della Via Crucis, realizzate in fibra di vetro bronzata da Suor Angelica Ballan, grazie al contributo della famiglia la Verghetta in memoria di Sebastiano.
Questa è stata l'ultima opera realizzata da Mons. Massimo D'Angelo, infatti, come da disposizione diocesana, il giovane parroco, al termine di otto anni molto intensi spesi per la comunità parrocchiale, ha accettato il trasferimento alla parrocchia di San Rocco in Sambuceto.

Venerdì 30 gennaio don Antonio Totaro, nuovo parroco nominato da Mons. Bruno Forte, ha fatto il proprio ingresso in parrocchia accolto dalla comunità parrocchiale e dalle autorità cittadine.
La parrocchia di S. Maria del Sabato Santo è una parrocchia viva, in continuo fermento, con tanti collaboratori che danno una mano al parrocoper le tante attività che ruotano intorno alla parrocchia. Ed a loro, a coloro che sono "la vita e la forza della parrocchia", che don Antonio ha voluto esprimere il proprio "Grazie", attraverso un breve messaggio. "Spesso, ma particolarmente ai nostri giorni, una parola poco usata è il grazie", ha scritto il parroco, "È una promessa che vuole motivare il grazie che la parrocchia non può e non deve dimenticare di dire proprio ad un gran numero di persone che, con profondo senso di gratuità e di corresponsabilità, danno una mano forte nei vari impegni che la parrocchia si assume per il bene di tutti. E spesso sono persone che non sono neppure conosciute nel bene che fanno in silenzio e umiltà. Un grazie che non è certo solo il mio; ma vuole essere soprattutto il grazie di tutti i parrocchiani perché sono loco che, per primi, godono del bene che queste persone fanno per la nostra parrocchia".

Lino Spadaccini


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