venerdì 20 gennaio 2017

LA NEVE IN ABRUZZO IERI E OGGI

L'amico MAURO FERRARA ha messo oggi in rete una pagina di fra Serafino Razzi in cui si parla di neve in Abruzzo quasi 500 anni fa. Sembra scritta ieri e noi volentieri la rilanciamo.

... dal nostro inviato in Abruzzo, Serafino Razzi:
"Il mercoledì a' 29 [di maggio 1577] dissi la messa...E dopo passato il fiume Sangro, e lasciataci la Rocca delle cinque miglia alla destra, salimmo, co' molto sudore, sopra asprissime montagne fino attanto che arrivammo al nominato Piano delle cinque miglia, e cotanto pericoloso nello inverno, e ne i tempi cattivi.
E' questa una vallata piana di cinque miglia, onde ha ricavato il nome, serrata e cinta tra altissimi colli, in cima di una alta montagna, di larghezza in certi luoghi di un miglio, et in alcuni di meno, onde tien forma di un catino vuoto. E serrandovisi dentro ne i tempi cattivi le nevi, le piogge e i venti, co' tanta furia, impeto e forza si vanno per quella avolgendo, che ciascheduno anno ci restano suffocate molte persone. Et una
volta, come scrive Monsignor Paolo Giovio, nel tempo delle guerre di Napoli ci perirono un gran numero di soldati (circiter 300 milites periere).
Ci furono già edificati cinque Torrioni, per ogni miglio uno, accioché in quelli trovassero ne i cattivi tempi i viandanti da ricoverarsi. E perciò ancora furono edificate due Terre all'entrata di essa valle, acciò il prudente viaggiatore, veggendo turbato il tempo possa in quelle fermare, e non si metterà a pericolo. ...
Arrivati noi al principio ci fermammo al primo Torrione a una tavernella che ci tengono la estate a bere un poco. Et ecco che vedemmo arrivare un drappello di montanine donzelle le quali, per mio aviso, andavano per fasci di legna a una vicina selva, dalla più prossima Terra venendo; e scese che furono nel detto piano, così scalze come erano e di panni leggieri vestite, si presono per mano et in ballo tondo danzarono per buona pezza, sopra di quelle tenere e fresche praterie, veggenti noi alquanto da lontano, per la strada militare e diritta caminando, i loro destri, leggieri e spensierati salti.
Alla fine poscia del piano predetto, per iscendere a Solmona trovammo la Terra di Rocca scura [Roccapia] e, fatta la spiacevole china e lasciatoci Pettorano Terra maggiore alla sinistra e caminando sempre lungo freschissimi ruscelli e canali d'acque, giugnemmo al XVIII miglio a Solmona..."
(Cronache di viaggio in Abruzzo negli anni 1574-1577, Polla ed., pag. 154-156).

La qual Pettorano Terra maggiore conobbe un passato florido per i servizi di ospitalità e legali dei notai, poiché i viaggiatori diretti al Piano delle 5 miglia, vi si fermavano e facevano testamento, prima di avventurarsi nel temuto percorso. Le carrozze che incappavano nelle bufere di neve, diventavano un mucchio di ghiaccio, che restava lì fino al disgelo della primavera.
Insomma, le bufere di neve in inverno sulle montagne abruzzesi sono di casa. E anche un monte apparentemente 'pacioccone', come il Sirente lato Ovindoli, diventa mortale. L'unico rimedio è trovarsi altrove.
 A cura di  MAURO FERRARA

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