giovedì 18 luglio 2019

Via "Bebbia": che significa? Ecco la storia!

LA GENTE BEBIA  FU UNA NOBILE E ANTICA STIRPE ISTONIESE. IL PIU' NOTO MARCO BEBIO SUETRO MARCELLO


di GIUSEPPE CATANIA

Nella nostra toponomastica cittadina ci sono toponimi che spesso incuriosiscono. “Via Bebbia” (da piazza L.V.Pudente a piazza Caprioli) è uno di questi.
Innanzitutto è errato scriverlo con lue “b”. Il nome si riferisce alla “gente Bebia”, nobile e antica stirpe Istoniese, di cui si ha notizia da epoca immemorabile, certamente durante la civiltà di Roma. (Il Municipium di Histonium aveva il privilegio di eleggere consoli e senatori da mandare a Roma Vastum Olim Histonium Municipium Romanorum, cum privilegium).
Lastra funeraria (Museo Civico di Vasto) dedicata a Marco Bebio figlio  di Marco, nipote di Quinto Suetro Marcello, della tribù Arniense.
Fu Questore del Municipio di Histonium, per due volte eletto alla carica di quatuorviro quinquennale per l'amministrazione della Giustizia e per il patronato della Città. Dopo la sua morte gli venne eretta una statua equestre e decretato il funerale a spese pubbliche e un sepolcro con scudo argenteo.

Da una iscrizione nella lapide custodita nel Gabinetto archeologico di Palazzo d'Avalos si legge
che il Municipio di Histonium, in riconoscenza dei molti benefici ricevuti, eresse una statua equestre nel foro a Marco Bebio Suetro Marcello (ndr - il cognome Marcello significava "bellicoso"; come riferisce Plutarco "Marcello" significa Gran Guerriero).

La gente Bebia di Histonium risale al 570 della Fondazione di Roma e si conoscono fra, i tanti Bebi, Marcus Baebius vir fortissimus interfectus al tempo dell'imperatore Tiberio e se la gente Bebia fu plebea, le memorie di questa stirpe sono illustri (Baebie gentis plebe frequens est mentio apud antiquos rerum romanorum scriptores).

Nel libro 21 Tito Livio ricorda, di un Quinto Bebio (come si legge in una lapide nella chiesa di S. Gaetanello e come argomenta Giuseppe de Benedictis ("Memorie Istoriche del Vasto) forse per indicare il luogo delle ceneri del defunto.

Questo personaggio fu ambasciatore in Spagna sotto il consolato di Publio Cornelio Scipione e di Tito Sempronio nel 532.

Lo stesso Tito Livio (libro XXXI) narra di Caio Bebio Tamfilo, pretore, nell'anno 554 e Edile (curatore delle edicole sacre, designato poi pretore insieme a Lucio Terenzio Messaluta organizzatore dei giochi plebei che venivano celebrati nel Circo Massimo il 15 dicembre di ogni anno, per tre giorni, a ricordo della Libertà della plebe. Venne eletto console nell'anno 557. Inoltre, Marco Bebio Tamfilo divenne console nel 572.

I Bebi emanarono numerose leggi tra cui la Legge Bebia Pretoria del 574 con la quale, ogni anno, venivano nominati quattro Pretori (detta Legge Bebia Corneliana) emanata dai consoli Marco Bebio e Publio Cornelio.

Inoltre, Marco Bebio Tribuno della plebe nel 631 dettò la legge agraria.

GIUSEPPE CATANIA

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