domenica 23 aprile 2017

La macchina fotografica "a soffietto" nella vetrina di Pierangelo Di Memmo




di GIUSEPPE CATANIA
Nella vetrina del fotoreporter Pierangelo Di Memmo, a corso Storico Luigi Marchesani, fa bella mostra una originale macchina fotografica "a soffietto" che ha contribuito ad accendere la curiosità di numerosi vastesi e non.
Si tratta di un apparecchio fotografico, in uso agli inizi del secolo scorso. Una
vera rarità, ora soppiantato da macchine moderne e sofisticate, elettroniche, digitali, cellulari, tablet.

All'epoca veniva effettuato un processo fotochimico per ottenere riprodotte su lastra le pellicole negative, immagini e soggetti, da cui si ricavavano copie positive, ottenute dalle macchine fotografiche, su carta sensibile.

Siamo anche in grado di soddisfare la curiosità degli amatori della fotografia,effettuando una ricerca storica sull'argomento, ricordando, fra l'altro, il termine "dagherrotipo"che è accostato a Louis Jacques Manuè, un ricercatore che, nel 1822 inventò una specie di teatro ottico che sfruttava una singolare tecnica scenografica, risalente al 1844 per fissare la immagimi riprese con la camera oscura su supporti sensibilizzati, sicchè nel 1857 questa tecnica venne definita "dagherrotipia".

Ma veniamo alla fotografia vera e propria, perché dobbiamo ricordare i fratelli Lumiere, Louis Jean, chimico e inventore francese che,con il fratello Bandol e con il padre Antoine, attivò, nel 1882 a Lione, una fabbrica di prodotti fotografici, ottenendo nel 1895 il brevetto per il cinematografo, cioè un apparecchio collegato ad un obiettivo per ottenere la visione di prove cronofotografiche. Cioè l'apparecchio da presa che poteva essere anche usato come una macchina per stampa e applicata una lampada come proiettore. La prima proiezione avvenne a Parigi (presso la Società di incoraggiamento dell'Industria Nazionale) nel marzo 1895 e nel mese di dicembre successivo la prima proiezione a pagamento.

Louis-Jean effettuò studi sull'azione della luce a bassa temperatura con procedimento su zincografia e sulle fotografie a colori nel 1902, costruendo per primo le lastre autocrome nel 1904 che portano il suo nome.

Speriamo di aver esaurientemente offerto una ricerca storica, accostata alla "camera" di Pierangelo Di Memmo.

GIUSEPPE CATANIA

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