mercoledì 19 aprile 2017

PELLEGRINAGGIO "A PIEDI" A SAN NICOLA DI BARI: ECCO LA STORIA COMPLETA (90 foto storiche)



Straordinaria esperienza di fede
TUTTO PRONTO ANCHE PER L'EDIZIONE 2017:  PARTENZA IL 1° MAGGIO

di LINO SPADACCINI

AIl prossimo 1° maggio, in prossimità della festa di S. Nicola di Bari, il gruppo dei pellegrini vastesi, guidati dal priore Nicola Peca, partirà dalla chiesa del Carmine per il tradizionale pellegrinaggio a piedi lungo un itinerario di fede che dura otto giorni.
Un pellegrinaggio molto sentito quello compiuto annualmente dai fedeli vastesi, che si ripete ininterrottamente da diversi secoli e che tocca, in particolare, il santuario di S. Michele a Monte Sant'Angelo e la Basilica di S. Nicola a Bari.

Nella nostra città la devozione a S. Nicola è antichissima. La chiesa del Carmine, dove ancora oggi è
venerato il Santo Taumaturgo, in origine, nel 1362, si chiamava S. Nicola degli Schiavoni ed era officiata dall'omonima confraternita formata tra le famiglie slave che all'epoca si trovavano in città. Nel 1638 la vecchia chiesa venne demolita e se ne costruì una nuova intitolata a Maria SS. del Carmine, pur mantenendosi una cappella dedicata a S. Nicola. Anche la confraternita cambiò presto nome in quanto quella precedente, per i mutamenti delle genti slave, ormai "italianizzate", si era da tempo sciolta.

1° gennaio 1505 è la data presente sul trittico della Madonna della Misericordia, proveniente dalla cappella rurale di Cona a Mare e oggi conservato all'interno della Cattedrale di S. Giuseppe. Il bellissimo trittico, opera di Michele Greco da Valona, raffigura la Madonna della Misericordia con ai lati Santa Caterina di Alessandria e San Nicola di Bari.

Infine, occorre ricordare la piccola cappella di S. Nicola della Meta, che sorge in bella posizione panoramica che guarda verso il mare a nord-est di Vasto. Sconosciute le origini della chiesa, le prime  notizie risalgono al 1644 al tempo dello storico vastese Nicola Alfonso Viti. Restaurata nel 1875, dopo quasi quarant'anni di totale abbandono, per l'interessamento e la devozione della famiglia Miscione, la chiesa venne inaugurata e benedetta, con una solenne funzione sacra, con l'intervento delle autorità cittadine e migliaia di persone accorse per l'occasione. Al termine della celebrazione, il simulacro venne portato in processione in mare sopra le paranze.

I pellegrinaggi compiuti dai vastesi nei due principali santuari pugliesi ha origini antiche. Tracce del passaggio dei pellegrini, infatti, si hanno sin dal 1522, come dimostrato dall'iscrizione presente sulla parete rocciosa della scalinata angioina del Santuario di Monte Sant'Angelo, che hanno voluto consegnare alla memoria, quasi come un ex voto, il loro passaggio: A. TULLIO DEL / CASALE DE MORO / DEL VASTO / A DI 28 MAI 1522. IO MARCO / DE MORO / DE LO VASTO H D.
Il canonico vastese Diego Maciano, nel suo diario, in data 27 aprile 1714, annotava: «Andò la Compagnia del Carmine a visitare S. Michele Arcangelo nel Monte Gargano, et à S.Nicola di Bari in ringratiamento della recuperata salute della Sig.ra Marchesa, il Priore q.le era D. Diego Maciano, li forieri D. Giuseppe Impastari e D. Giacinto Olivii».
E proprio in questi giorni nell'archivio della Confraternita del Carmine, lo studioso di storia locale  Paolo Calvano, ha trovato i documenti che attestano la notizia riportata dal Maciano. «Il 27 aprile 1714 – spiega lo storico vastese – nella Chiesa della Madre Santissima del Monte Carmelo gli aderenti alla Confraternita del Carmine si riuniscono, alla presenza del passato Priore Don Diego Maciano e di quello presente Gaetano Santilli, per deliberare questo viaggio e la copertura delle spese conseguenti. Il viaggio viene espressamente compiuto come ringraziamento " al Glorioso Santo per tutte le grazie fatteci ottenere dalla Misericordia di Dio nel liberarci dal castigo delle verrucole, per l'abbondanza dei frutti degli oliveti, per il felicissimo ritorno di Sua Altezza (Cesare Michelangelo d'Avalos) e per la recuperata salute della Signora Marchesa" (Ippolita d'Avalos)».

Agli inizi del '900, nel Bollettino del Santuario di S.Nicola di Bari, si registrarono da Vasto 350 persone, di cui ben 289 arrivati a piedi.
Altre tracce del passaggio dei pellegrini vastesi sono presenti sui bollettini del Santuario nel periodo 1930-50, fino ai giorni nostri.

Qual è il significato del pellegrinaggio? A spiegarlo è papa Benedetto XVI, che nel 2010 ebbe a dire: «Ciascuno di noi è pellegrino, soprattutto interiormente. L'uomo è sempre in cammino, è alla ricerca della verità. Qualche volta è necessario uscire dalla quotidianità, dal mondo dell'utile, uscire solo per essere realmente in cammino verso la trascendenza per trascendere se stesso e così trovare un tempo di ripensamento interiore, di identificazione di se stesso, di vedere l'Altro: Dio. Andare in pellegrinaggio non è semplicemente visitare un luogo qualsiasi per ammirare i suoi tesori di natura, arte o storia. Andare in pellegrinaggio significa, piuttosto, uscire da noi stessi per andare incontro a Dio là dove Egli si è manifestato, là dove la grazia divina si è mostrata con particolare splendore e ha prodotto abbondanti frutti di conversione e santità tra i credenti».

Ogni anno, prima di mettersi in cammino, i pellegrini si riuniscono nella chiesa del Carmine per la benedizione. Dopo una monizione introduttiva, segue la consegna della croce, la stessa che viene portata in pellegrinaggio da oltre trecento anni; del bastone, adornato da rami con le foglie aghiformi del pino mediterraneo, a cui è fissato anche un ombrello, a sostegno nella marcia e nella fatica del cammino, e per sconfiggere le insidie del male; ed infine, della bisaccia (la visàcce), che dovrà essere sempre aperta per essere pronta a condividere ogni cosa con i fratelli e le sorelle che si incontreranno lungo il cammino.

La partenza è prevista la mattina del 1° maggio. Ad ogni pellegrino verrà consegnato il "Credenziale di San Nicola" dove verranno registrate tutte le tappe che verranno toccate. La mattina i pellegrini giungeranno a San Marco in Lamis, presso il Santuario di Stignano, dove proseguiranno a piedi fino a raggiungere il Santuario di San Matteo.
Il giorno successivo i pellegrini proseguiranno per San Giovanni Rotondo, per assistere alla messa presso la tomba di Padre Pio, e quindi per Monte Sant'Angelo, per la visita alla grotta dell'apparizione di San Michele Arcangelo, e per la celebrazione del rito del perdono. Dopo un breve atto penitenziale, ogni pellegrino si avvicina in ginocchio davanti alla croce e dopo averla baciata si alza e chiede perdono ad ogni compagno dandosi la mano e baciando il dorso della mano, dicendo: Perdono, fratello. L'altro risponderà: sii perdonato, fratello. Al termine della preghiera conclusiva di ringraziamento, il crociferaio passa davanti ad ognuno dei pellegrini e fa baciare la croce, mentre il priore invoca la benedizione ed invita a continuare il cammino.
Il 3 maggio partenza per Manfredonia e sosta presso il santuario di San Michele, dove avverrà l'Invocazione del SS. Nome di Gesù e l'adorazione della croce. In questo giorno, infatti, la chiesa festeggia la solennità del Legno della Croce: festa molto sentita anche a Vasto, dove, da oltre tre secoli, si conserva una preziosa reliquia. Così anche i pellegrini in marcia verso Bari, solennizzano questo giorno, attraverso un'antichissima pratica: l'invocazione del nome di Gesù. Si raccolgono venti piccoli sassi e con in mano la corona del rosario, per ogni sassolino, si scorrono i cinquanta grani pronunciando il nome di Gesù. Al ventesimo sasso si è pronunciato per mille volte il nome del Salvatore. Il numero mille sta ad indicare il senso infinitesimale con la piena adesione al Sommo Bene e il rifiuto del Male. Ai grani del Padre nostro, gli antichi recitavano una giaculatoria dialettale con questi versi: «Vatten'arréteSatanâssejë 'nghitta n'haj' ch cci fä'. Lu jurne de la SandaCràcehaj' dètte mille vôdde: Ggsî».
Il giorno successivo, dopo una visita al Santuario della Madonna dello Sterpeto, i pellegrini arriveranno a Barletta, presso la Cattedrale di S. Maria Maggiore.
Il 5 maggio è previsto l'arrivo a Molfetta, presso la chiesa di San Gennaro: una tappa fissa molto attesa per quello che è diventato un piccolo gemellaggio con la comunità parrocchiale locale, attualmente guidata da don Sergio Vitualano, che offre un ricco banchetto per ritemprare i pellegrini dalle fatiche del lungo cammino. Qui avverrà la celebrazione del secondo rito del perdono.
Le ultime tappe saranno quelle di Giovinazzo, dai frati cappuccini, Santo Spirito e Bari, con arrivo previsto il 7 maggio, dove avverrà anche il terzo rito del perdono. 
Il giorno successivo, festa di San Nicola, vedrà la partecipazione di migliaia di pellegrini proveniente da tutta Italia e dall'estero, che parteciperanno con devozione alla processione del Santo Taumaturgo, e all'intenso programma religioso e civile, che vedrà quest'anno anche l'esibizione delle Frecce Tricolori.

Tantissimi vastesi hanno provato almeno una volta nella vita questa straordinaria esperienza di fede, questo grazie ai tanti animatori dei gruppi di pellegrini che si sono succeduti negli anni, come Giovanni Del Borrello, Michelina Santoro D'Adamo, Mauro Petruzzelli, Tonino Di Nisio, Nicola Valentini, Gino Muscariello e Nicolino Crisanti.

A conclusione, un doveroso ringraziamento va rivolto a don Gianfranco Travaglini, parroco della Cattedrale di S. Giuseppe, in questi giorni impegnato nella riedizione del "Vademecum del pellegrino", ed a Francesco Paolo Vitelli, Antonio Petruzzelli, la famiglia Ferrara, Nicolino Crisanti e Valter Marinucci per le preziose foto storiche.


Lino Spadaccini
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