venerdì 18 agosto 2017

S. Maria Maggiore: ecco il monaco "filippino"

... Ma non è delle Filippine!

di GIUSEPPE CATANIA

Tra le curiosità che spesso suscitano incomprensione vi è un bassorilievo infisso nel muro esterno del coro della chiesa di Santa Maria Maggiore, raffigurante le sembianze di un monaco “filippino".

Il termine, spesso negli occasionali visitatori della città, suscita qualche perplessità. Ma "Filippino" non va accostato a un abitante delle Filippine, bensì ad un ordine ecclesiale che fa riferimento a San Filippo Neri.

E la storia è questa: nel 1585 il pontefice, come riferisce lo storico Luigi Marchesani (Storia di Vasto pag. 61) aggregò la commenda di San Giovanni in Venere alla diocesi di Santa
Maria di Valdicella, al pozzo bianco in Roma, ossia a’ Padri dell'Oratorio di quell'alma città fondato da Filippo Neri che indi fu Santo. Così la spiritual giurisdizione sulla chiesa di Vasto passò nel dominio de’ Monaci filippini".

Il manufatto è il coperchio della sepoltura di quel monaco "filippino". E’ stato collocato "nella esteriore faccia del nuovo coro, rispetto a mezzogiorno. Anche in alcune semicadute celle di S.Pietro si vedeano dipinte immagini di Filippini, tolte non a guari di tempo in rimodernarsi la Chiesa. In una delle moltissime scritture riparlanti le controversie delle nostre Collegiate si nota desumersi dal libro delle visite dei Filippini che questi nel 1613 rinunziarono la intera Badia di San Giovanni in Venere ai Gesuiti per annui scudi Mille".

Le insegne della Famiglia Durazzo 


 Nella Torre di Santa Maria Maggiore è infissa una pietra che reca la scultura rappresentante l'Arma della Famiglia dei Durazzo.
Secondo Giuseppe De Benedictis (1697-l762) nel volume "Memorie Istoriche del Vasto": "Queste arme di Durazzo si deve credere che siano di Maria di Durazzo che fu padrona del Vasto dal 1345 fino al 1366 che un secolo prima dominò il Vasto del Caldora." Nella parte sottostante vi è l'insegna che si riferisca all'Abbazia di San Giovami in Venere che aveva giurisdizione su Vasto.

GIUSEPPE CATANIA

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