venerdì 13 ottobre 2017

Personaggi:Temistocle D'Ettorre, un medico e umanista di grande sensibilità

Temistocle D'Ettorre
Sempre a disposizione dei pazienti. Quando è stata restaurata la sua casa (attuale Galleria De Parma), gli operai trovarono uno strano tubo infisso al muro che andava da una stanza della casa fino all'attuale edicola dei giornali. Si trattava di un "citofono" ante litteram! Si poteva chiamare il medico di giorno e di notte.

di GIUSEPPE CATANIA

La città del Vasto ha dato i natali a illustri personaggi che, in ogni tempo, hanno magnificato la stirpe gloriosa
della gente istoniese la cui civiltà si perde nella memoria. Molti di essi hanno lasciato indelebile traccia negli annali, illustrando, con la loro professionalità, con le loro opere, la storia di Vasto, esaltandone il decoro civico. Ricorda Luigi Marchesani ("Storia di Vasto", pag. 182), a proposito delle attività dei vastesi, nell'antichità: "molti alle professioni scientifiche si danno, altri la carriera giudiziaria seguono, ed altri di regi impieghi ricevono il carico...", per sottolineare quanta civiltà Vasto si era conquistata nel campo della cultura, della letteratura, dell'arte, della scienza.

Nell'"Apprezzo della Città del Vasto" scritta in Napoli il 30 aprile 1742 da Biase De Lellis, ingegnere regio (in Arch. di Napoli), è sottolineato che nel 1794 a Vasto si contavano 30 dottori in legge civile e canonia, undici medici e chirurghi, 7 notai.
Ed il Marchesani ancora ricorda che "di 18 dottori in medicina e chirurgia, metà esercita la professione in Vasto, metà in Napoli e altrove".

Una figura di grande medico e scienziato, appassionato cultore di altre attività letterarie, fu Temistocle d'Ettorre, nota personalità ricca di umanità e, soprattutto, di quel tipico galantuomismo di cui si ha rara traccia.

Ne ricorda la memoria il Dott. Giuseppe Pietrocola, appassionato storico ricercatore, con la nota che qui di seguito riportiamo.
"Nel febbraio 1998 si è compiuto il 50 anniversario della morte del medico umanista vastese, dr. Temistocle d'Ettorre. Aveva sposato la N.D. Giuditta De Benedectis, cugina di mia madre e, pertanto, l'ho sempre chiamato "zio" con ammirazione e rispetto, perché faceva parte di quella esigua schiera di intellettuali vastesi che promuovevano le poche manifestazioni scientifiche e culturali che si svolgevano a Vasto, ma, soprattutto, contribuivano a tramandare la storia e la tradizione della città.
Zio Temistocle era, certamente, uno dei medici più quotati del vastese ed aveva innato lo spirito e l'interesse per la ricerca. Noi, addetti ai lavori, lo chiamavamo "l'apostolo" dello iodio, perché aveva studiato a fondo le proprietà del medicamento, trovandone nuove possibilità di impiego terapeutico.
Nel suo tempo la polmonite  era una delle malattie più diffuse e, non essendo ancora stati inventati  i sulfamidici, né tanto meno gli antibiotici si curava in maniera sintomatica, registrando un gran numero di decessi. Una delle complicazioni più frequenti era la pleurite che produceva notevoli formazioni acquose alle spalle. La cura era lunga e difficile, comportando interventi chirurgici. Molto spesso la malattia tendeva a cronicizzarsi, con complicazioni tubercolotiche polmonari, considerate inguaribili. Zio Temistocle aveva trovato un rimedio atto a far riassorbire i versamenti liquidi; usando medicamenti iniettabili, di cui conservò a lungo il segreto. So per certo, che intratteneva sull'argomento alcune corrispondenze con colleghi specialmente del nord d'Italia, che confermavano la validità della cura. Solo molto più tardi rivelò che il trattamento veniva effettuato usando lo "Zimema", farmaco conosciuti come antiemorragico.
Ma il dott. d'Ettorre coltivava anche altri interessi di natura culturale. Munito di buona preparazione classica, amava dedicarsi alla poesia ed a me faceva spesso leggere le sue liriche, - ispirate soprattutto agli affetti familiari - che ho sempre considerate di ottimo livello.
Scrisse anche poesie patriottiche in occasione della prima guerra mondiale 1915-18, ma raggiunse i vertici dell'ispirazione nelle composizioni in memoria di suo figlio Ernesto, giovanissimo allievo di uno dei Conservatori più prestigiosi d'Italia, il "Rossini" di Pesaro, dove era considerato una sicura promessa sia nel campo pianistico che in quello della composizione. Una malattia inguaribile lo condusse alla morte in giovanissima età e Zio Temistocle ne soffrì moltissimo, scrivendone commoventi liriche, alcune delle quali provvide anche a musicare, lasciando una struggente testimonianza di accorato rimpianto.
Fra i suoi hobbies Zio Temistocle aveva quello della Musica. Suonava il pianoforte e si dilettava anche in composizione. Aveva un grande grammofono con un'enorme tromba, che allora costituiva una novità per Vasto, con la quale spesso faceva ascoltare musiche classiche.
Era anche medico delle ferrovie e, pertanto, aveva il "permanente" su tutta la rete ferroviaria e, forse, anche per questo, intraprendeva lunghi viaggi con destinazione i monumenti d'arte o le rappresentazioni di musica operistica.
Da ultimo, mi piace ricordare che Zio Temistocle era un buon "medium" ed aveva una passione spiccata per le pratiche spiritiche che,  però, come ricordava l'officiante ai suoi funerali svoltisi nella chiesa di San Francesco, servivano principalmente a rinsaldarlo ai dettami della Chiesa Cattolica.
Temistocle d'Ettorre fu, soprattutto, un medico benefattore.
Una nipote così ne ricorda quale episodio di vita. "Era innamorato della professione che lui definiva missione e, come tale, la viveva. Lo conferma anche la Signora Dora Giangiacomo, sorella del dott. Pietrocola, rievocando un episodio che le è rimasto impresso.
Don Temistocle era stato, per un certo periodo, medico condotto, il medico dei poveri, come lo chiamavano. Chiamato da una famiglia che abitava alla Loggia Amblingh, si trovò in una specie di spelonca in totale miseria. Per questo quella famiglia non aveva la tessera di povertà che dava diritto alla assistenza medica gratuita. La spelonca, infatti, era di proprietà di quella famiglia. Il medico, dopo la visita, rifiutò l'onorario e si precipitò in comune per perorare la causa contro quella evidente ingiustizia.
La sua sollecitudine per i malati era grande. Anche se non preferiva i piaceri della buona tavola, per lui quel momento era sacro, gli piaceva mangiare e parlare, ricordare e raccontare. Ma capitava spesso d'essere chiamato per una visita mentre era a tavola.
La sua prima reazione era di stizza, ma poi si alzava e andava.
(ARCHIVIO VASTOCARD, IDA CANDELORO)
Quando è stata restaurata la casa dove abitava, dove ora è la Galleria De Parma, gli operai trovarono uno strano tubo infisso al muro: andava da una stanza della casa fino alla edicola dei giornali. Si trattava di un "citofono" ante litteram. Iniziava dalla camera da letto e al termine, sulla strada, era munito di sportellino di cui i clienti potevano chiamare il dottore a qualunque ora: a quei tempi non c'era il telefono e nemmeno l'elettricità.
Anche la figlia centenaria, ricorda che quando era piccina dormiva nella camera dei genitori, spesso sentiva echeggiare la voce "Signor Dottore" che il tubo rendeva simile a un muggito.
Personaggi, come il medico d'Ettorre, che hanno segnato momenti "storici" per la città del Vasto, con la loro attività, con l'impegno di dedizione verso l'umanità, mettendo a servizio l'esperienza e la professionalità, ma su tutto la grande personale disponibilità. Ed è per questo che meritano d'essere ricordati.

Per noi è motivo di onore poter raccogliere questa testimonianza del dott.Temistocle d'Ettorre, giacché riteniamo che la civiltà di un popolo si basa sul ricordo che ha delle persone che ci hanno preceduto, ma che dicono sempre qualcosa di esaltante e di esemplare per l'uomo del presente per essere additato al futuro.

Giuseppe Catania 

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