lunedì 15 gennaio 2018

La nipote di Achille Carnevale dona a Vasto i disegni originali per le decorazioni della Cattedrale

I primi contatti grazie a Lino Spadaccini ed ai suoi articoli su NoiVastesi. Gli "spolveri" donati sono di estrema importanza per i futuri restauri. 

Donati alla Cattedrale di S. Giuseppe i disegni e gli spolveri utilizzati dall'artista Achille Carnevale (1881-1956) per le decorazioni realizzate all'interno della chiesa.
Ad effettuare l'importante donazione, il 4 gennaio scorso, è stata la signora Teresa Pompei Scaramuzzi, nipote dell'artista. "È mio desiderio e speranza", si legge nel documento di donazione,"che i disegni possano essere conservati e, se possibile, valorizzati attraverso una mostra o pubblicazione o qualunque altro modo che questo materiale suggerisce, per far conoscere l'opera di mio nonno, che ha lasciato una traccia importante nella città del Vasto".
La donatrice Teresa Pompei Scaramuzzi,
nipote del pittore Achille Carnevale, con lo storico Lino Spadaccini

I primi contatti con la signora Teresa sono iniziati nell'aprile 2016, attraverso il blog NoiVastesi, e portati avanti da Lino Spadaccini, che in questo periodo ha cercato di approfondire la vita dell'artista, (di cui non si conosceva praticamente nulla, se non per le opere realizzate a Vasto), il quale si è occupato personalmente del ritiro dei documenti e la relativa consegna a don Gianfranco Travaglini, parroco della Cattedrale di S. Giuseppe.

La donazione si compone dei disegni dei quattro evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) e dei quattro dottori
della Chiesa (S.Agostino, S.Girolamo, S.Bernardo da Chiaravalle e S.Francesco di Sales, di quest'ultimi sono presenti anche gli spolveri a grandezza naturale); gli spolveri per la realizzazione delle lunette con le scene
della vita di S. Giuseppe (Il sogno di Giuseppe, Lo sposalizio di Giuseppe e Maria, La Natività, La fuga in Egitto, L'infanzia di Gesù, La morte di Giuseppe), i quattro Santi che hanno illustrato la vita
di S. Giuseppe (S. Bernardino da Siena, S. Giovanni Damasceno, S. Teresa d'Avila e S. Ambrogio), ed ancora, l'Angelo che sorregge lo stemma della famiglia Genova, e una decorazione realizzata sull'arco presente sopra la statua lignea di S. Giuseppe.

Tutti gli spolveri, a grandezza naturale, sono stati utilizzati dal Carnevale per le pitture realizzate all'interno della chiesa. In sostanza, questa tecnica consiste nel disegnare dapprima a grandezza naturale la rappresentazione su un cartone preparatorio, successivamente, con un ago o un'altra punta, si perforano fittamente i contorni del disegno; si applica il foglio sulla superficie e si batte su di esso con un sacchetto (chiamato anch'esso spolvero) pieno di nerofumo o di altra sostanza in polvere adatta, così da ottenere una serie di punti corrispondenti alle linee dell'originale. Tolto il cartone, si congiungono i vari punti e si completa il disegno.

L'importanza dei disegni e degli spolveri donati è fondamentale, non solo per il valore storico in sé, ma soprattutto perché se le pitture nel tempo si deteriorano irreparabilmente, è possibile restaurarle attraverso l'idea originale dell'artista.

 Nell'osservare i documenti donati, ad esempio, l'occhio cade subito sull'asino presente nella lunetta della Fuga in Egitto. Nel disegno iniziale e nello spolvero la testa del quadrupede è rivolta in avanti, mentre nel dipinto che oggi osserviamo in chiesa, lo sguardo è rivolto verso chi guarda. Questa differenza è dovuta al fatto che una decina di anni fa, durante gli ultimi lavori all'interno della chiesa, la figura dell'asino era completamente compromessa, ed è stata ridipinta, compiendo comunque un ottimo lavoro, secondo l'interpretazione del restauratore.
Achille Carnevale che ha decorato la Cattedrale

Achille Carnevale nacque a Salerno il 21 dicembre del 1881 da Innocente e Maria Adelaide Moriondo. Il padre di origine piemontese, era funzionario di banca ed ebbe vari incarichi in giro per l'Italia, da poco unificata. La madre morì a soli 24 anni, per malattia o più probabilmente per le complicazioni durante il parto del quarto figlio, anch'egli morto con lei. Rimasto vedovo, il padre sposò in seconde nozze con una certa Albertina, da cui ebbe quattro figli: Silvia, Guido, Rita e Giovanni. Si stabilì poi a Roma, in quanto funzionario della Tesoreria Centrale del Regno.
Achille nel 1909 si unì in matrimonio a Silvia Rea, da cui ebbe due figli: Maria, nata nel 1910, ed Enrico, nato due anni dopo. Studiò all'Accademia d'arte, seguendo anche i corsi di Architettura (la facoltà universitaria di Architettura fu istituita solo nel 1930) come testimoniano progetti di numerosi Istituti quali quello delle Figlie di Sant'Anna in via Merulana e in via Portuense, entrambi nella Capitale, il convento dei Cappuccini a Centocelle, il convento delle Suore Betlemite a Roma, il Teatro comunale di Ciampino, oltre a case private e cappelle funerarie.

Per quanto riguarda la produzione pittorica, nel primo periodo della carriera artistica Achille Carnevale realizzò bozzetti per scenografie teatrali e illustrò manifesti pubblicitari. Ma la maggiore attività fu rivolta all'arte sacra, ed in particolare per le decorazioni delle chiese, come per la basilica di S. Teresa di Lisieux ad Anzio (tela del S. Cuore e cappella delle Reliquie), la basilica del SS. Crocifisso a Taranto, la chiesa di S. Ubaldo a Gubbio, i Santi per la chiesa dei Carmelitani a Tripoli in Libano, ed a Vasto per la Cattedrale di S. Giuseppe, con il ciclo della vita di S. Giuseppe, gli Evangelisti ed altri Santi, e per la chiesa di S. Filomena con la realizzazione di tre quadri.
In questi giorni sono stati realizzati un sito web ed un blog, con lo scopo di far conoscere, approfondiree valorizzare il più possibile l'opera di Achille Carnevale. Per accedere basta cliccare sui seguenti link 

Infine, un doveroso e sincero ringraziamento va rivolto alla signora Teresa Pompei, da parte di don Gianfranco Travaglini e di tutta la comunità vastese, per il nobile gesto di generosità e di grande sensibilità nell'aver voluto donare i disegni del nonno, testimonianze concrete dell'opera dell'artista nella nostra città.

Lino Spadaccini



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