giovedì 15 marzo 2018

Omaggio a Angelo Pasquale Gravinese, decoratore marmista, artista vero che ha lasciato importanti opere in città

Angelo Pasquale Gravinese
Portano la sua firma il rosone di San Giuseppe, il monumento di Rossetti, il politeama Ruzzi, le cappelle gentilizie e altro ancora.

di LINO SPADACCINI

 Il nome di Angelo Pasquale Gravinese a molti sicuramente non dirà nulla, ma quando si parla del monumento a Gabriele Rossetti, del Politeama Ruzzi, della Fontana della Piazza, della facciata della cattedrale di S. Giuseppe e di alcune importanti tombe gentilizie, vuol dire che ci troviamo di fronte ad un personaggio significativo che ha lasciato il segno nella nostra città per circa un trentennio, dal 1925 fino al 9 novembre del 1955 giorno della sua morte.
Il marmista decoratore Pasquale Gravinese, nativo di Bitonto, conservatore dei restauri antichi e insegnante di disegno e plastica nella scuola "F. Spinelli" della sua città, viene chiamato a Vasto nel 1925 dallo scultore Filippo Cifariello, per realizzare il monumento di Rossetti sul quale poi è stata collocata la statua bronzea realizzata dall’artista napoletano. Il Gravinese, vero maestro con lo scalpellino, crea una vera e propria opera d’arte lavorando e decorando tutto il basamento e la stele del monumento in pietra proveniente da Gioia del Colle, compresa la bella immagine di Dante visibile nella parte posteriore.
Monumento a Gabriele Rossetti :
nel retro l'immagine di Dante realizzata da Gravinese 
Questo lavoro, mirabilmente eseguito, è il biglietto da visita non solo di un vero artista, ma anche di un uomo umile, modesto e ironico che ha saputo farsi amare dalla gente.
Subito dopo aver lavorato per il monumento al Tirteo d'Italia, si susseguono le richieste per la realizzazione di importanti lavori. In occasione della "ricomposizione" della Fontana della Piazza, dal piazzale antistante la cattedrale di S. Giuseppe a piazza Barbacani, davanti il Castello Caldoresco, Pasquale Gravinese invia al Podestà di Vasto una interessante lettera, datata 6 luglio 1927, dove oltre al lato lavorativo, esce fuori anche il rapporto umano e schietto tra l’artista e la nostra città. Il Gravinese chiede di prorogare i tempi del lavoro, fino a quando "mi metterò in condizione almeno di salire e scendere il treno". Questo a causa della frattura del malleolo interno di un piede che lo costringe a subire un delicato intervento: "Curato da 5 chirurgi l’operazione è riuscita tanto bene che sono lasciato storpiato".
La lettera e anche l’occasione per parlare della riconsegna di quattro sedili in marmo da collocare intorno al monumento al Rossetti e l’artigiano annuncia l’arrivo non dei quattro previsti inizialmente, ma ben dodici sedili, "dato la grandezza della piazza", da posizionare secondo uno schizzo disegnato sulla lettera stessa, che poi è la disposizione che vediamo ancora oggi.
Il Gravinese spiega che l’aumento dei sedili è dovuto anche ad una convenienza economica per quanto riguarda il trasporto e "per dare al popolo un lavoro completo ed anche di grande utilità. Ritengo perciò che V. S. Ill.ma gradirà la sorpresa", prosegue lo scultore pugliese, "e non le dispiacerà la spesa consistente il lire 2400 che per un Comune costituisce nulla, e poi? Poi c’è il nobile tesoriere Celano signor Michele il quale con i suoi modi umili ed affabili accontenta a tutto in ispecial modo a me che mi chiamava Rapinese".
Il rosone della cattedrale di San Giuseppe non è antico.
E' stato realizzato da Gravinese nel 1928. 
Di questo periodo è anche il pregevole restauro della facciata della cattedrale di S. Giuseppe, con la riparazione dell’architrave spezzato, delle due colonnine pensili ai lati estremi della facciata e soprattutto la ricostruzione del bellissimo rosone a dodici raggi, su motivo di quello della facciata della chiesa di Sant’Agnese a L’Aquila, che ultimamente ha fatto discutere per la presenza del fascio littorio su uno dei raggi. "Esecutore dei restauri", scrive Luigi Anelli sul Vastese d’Oltre Oceano in data 3 aprile 1928, "è stato Pasquale Gravinese di Bitonto… un modesto ma valente artista che anche questa volta ha saputo con genialità e perizia assolvere il compito affidatogli, raccogliendo gli unanimi consensi della cittadinanza".
Stabilitosi definitivamente a Vasto con tutta la famiglia (ancora oggi sono presenti dei discendenti), il Gravinese ha lasciato un’impronta artistica notevole: ricordiamo la facciata del Politeama Ruzzi (su progetto dell’ing. Antonio Izzi), la balaustra della 
FOTO DELLE OPERE REALIZZATE A VASTO >>>


chiesa dell’Orfanotrofio Genova- Rulli, le belle cappelle gentilizie di Gelsomino Zaccagnini, della famiglia Palmieri, del cav. Salvatore Cieri (con pietra proveniente dalle cave di Carovigno), del Cav. Ruzzi e molte altre tombe e lapidi artistiche, tra le quali mi piace  ricordare quella per il pilota vastese Francesco Della Guardia, morto nella sciagura aerea dell’11 maggio 1951 nel rione S. Michele, con la realizzazione della lapide dove si scorge la sagoma dell’aereo Lightning P-38 avvolto dalle fiamme.

Lino Spadaccini



i sedili di piazza Rossetti




particolare del rosone

San Giuseppe


Politeama Ruzzi






CAPPELLE GENTILIZIE AL CIMITERO DECORATE DA GRAVINESE








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